Imprenditori senza scrupoli. Nelle intercettazioni dell’inchiesta sulla gara Consip per la fornitura delle mascherine Ieffi spiega l’affare. E come evitare rogne dai pm

Mentre il Paese è impegnato nella lotta al Covid-19, con la penuria di dispositivi di protezione individuale da parte sia dei cittadini che, soprattutto, del personale medico, c’è chi ha fiutato l’affare del secolo. Una partita golosa a cui vuole partecipare Antonello Ieffi che, intercettato il 2 aprile al telefono con un socio, non ne fa mistero. Parlando della gara Consip – hanno registrato gli investigatori della Guardia di Finanza che ieri lo hanno arrestato – per la fornitura di 24 milioni di mascherine, senza peli sulla lingua racconta: “Mi sono messo in mezzo a questa cosa qua… perché intanto fai del bene… è una emergenza. Io importo da anni il fotovoltaico dalla Cina…quando c’è stata l’emergenza, ho chiamato le ditte giù per dire, ma avete le mascherine, sta roba…”. Dall’altro capo del telefono c’è Raffaele Bramucci, presidente del Cda di Dental Express h24 ossia un’azienda che per i pm è legata a Ieffi, che è incuriosito: “Volevo sentire un attimo, così mi spieghi un po’ meglio di quello che si deve…”.

L’imprenditore sa bene quale sia la domanda e va dritto al sodo: “Allora… ho candidato una serie di aziende, del quale ero rappresentante legale, tra cui la Dental, chiaramente, con te… (…) perché c’era la possibilità di rifornire la protezione civile, tramite la Consip, diciamo così in Italia… partecipando a un bando di gara… in realtà c’è stato… siamo pre aggiudicatari per X lotti, con Dental anche… io con un’altra (azienda, ndr) ho già chiuso l’accordo…”. A questo punto la discussione vira su problemi tecnici che potrebbero far saltare l’affare, per poi tornare su ciò che davvero interessa: i soldi.

GROSSO AFFARE. “Quindi, gara, base asta di Consip… meno ciò che abbiamo abbassato noi, che è circa un trenta… Meno un altro venti, minimo… venti/quaranta poi dipende, poi te lo spiego…” ragiona ad alta voce Ieffi con l’amico che si limita a dire: “Ok”. Ma l’imprenditore arrestato cambia idea e anziché rimandare a dopo le spiegazioni, parte in quarta: “E ho chiesto di diffondere in Cina questo… questa fornitura in blocco… Che se ce la fanno a quel prezzo, noi dovremmo avere circa 16 milioni in più, di margine… E sono trenta milioni… te la sto mandando e mi stanno già arrivando le prime risposte… quindi io prima… che la gara mi rispondesse come era andata… mi ero portato avanti col lavoro”.

PERSEGUITATO. Ma oltre a calcoli e affari, l’imprenditore si lascia andare anche ad uno sfogo. ‘’Cioè su di me… mi hanno fatto i raggi X” spiega affranto sentendosi perseguitato dalla giustizia. Bramucci gli dà corda: “Si, ma pure su di me…”. Ieffi annuisce: “Eee… se entra un altro che magari… dobbiamo sta tranquilli che non c’abbia neanche un carico vecchio, figurati… guarda… vanno indietro…’’. Parole che, secondo gli inquirenti, sono la prova di come l’arrestato, ben conscio dei suoi precedenti penali, stesse cercando un modo, attraverso un prestanome, per sviare le indagini e farla franca.