In Movimento verso gli Stati Generali. I Cinque Stelle pronti a rinnovarsi. Rousseau, strascico di polemiche per l’uscita di Bugani. Di Maio ricorda che Di Battista è nella piattaforma da anni

Il 13 marzo, per quanto sia ancora lontano, pian piano si avvicina. E i vertici del Movimento cinque stelle già sono al lavoro per ricompattare la base pentastellata in vista degli Stati Generali a Cinque stelle. Ieri, non a caso, sono arrivati ulteriori cambi strutturali della squadra dell’associazione Rousseau, a testimonianza della volontà di Davide Casaleggio, Beppe Grillo e Luigi Di Maio di cambiare passo e aspetto. Proprio nei giorni in cui si fanno sempre più insistenti le critiche dentro il M5s per la gestione della piattaforma per il voto online, sul Blog delle Stelle è stato annunciato l’addio di alcuni volti storici e l’ingresso di nuove persone nel cosiddetto team che si occupa delle funzioni per la partecipazione in rete.

Il passo indietro più significativo è senza ombra di dubbio quello di Max Bugani che, da ieri, non è più socio insieme al presidente Casaleggio, a Enrica Sabatini e Pietro Dettori. Al momento non è stato annunciato alcun sostituto e nella gerenza del sito è semplicemente scomparsa la foto di Bugani. Sono stati invece formalizzati una serie di nuovi incarichi e tra questi spunta quello per l’ex deputato Alessandro Di Battista che, già in realtà membro dell’associazione dal 2015, diventa oggi referente della funzione “Portale Eventi Movimento 5 stelle”.

LA NUOVA MEDIAZIONE. Al rientro da Bruxelles, è Di Maio in persona, ospite di Carta Bianca, a tornare sulle questioni interne ai 5 Stelle e alla maggioranza. “Chi pensa che io mi stanchi del Movimento ha sbagliato”, taglia corto, smentendo i rumors che danno per imminente un suo passo indietro di fronte al dissenso crescente verso la sua leadership, Come pure, smentisce presunti dissapori con Casaleggio. Quello che però non va, secondo il capo politico M5S, è che “qualcuno, che sta nelle retrovie, venga al fronte per darmi una pugnalata. Io sono stato eletto capo politico nel 2017, siamo andati al governo e adesso stiamo realizzando il programma elettorale. Credo che agli italiani interessi l’approvazione delle leggi: ne abbiamo approvate 40 e ne dobbiamo approvare tante altre”.

Poi c’è il fronte interno. “è normale che in un Movimento che ha eletto 330 parlamentari ci sia chi esprima dissenso”, ammette. E chi non è d’accordo, “ha tutto il diritto Di andarsene”. Ma “dimettendosi e non andando al Gruppo Misto”. E a proposito dell’Esecutivo Conte due confessa: “Ero molto scettico sul Governo col Pd, ma abbiamo portato a casa molte leggi e finché il Pd terrà fede ai patti andrà bene così”. A cominciare dalla riforma Bonafede: “La nuova legge sulla prescrizione è entrata in vigore e dice che non ci saranno più furbi che potranno salvarsi dai processi”. Altra cosa, però, è un’alleanza organica con il Pd. “Stiamo scrivendo una legge elettorale proporzionale che non prevede coalizioni. Il Movimento rappresenta l’alternativa alla destra e alla sinistra. C’è una parte del Movimento che crede si debba creare qualcosa con il Pd. Ma la stragrande maggioranza del Movimento, e io con loro, crede che il Movimento debba esistere”.