Iva funesta sui gialloverdi. Ma l’Italia deve imporsi con l’Ue. Parla il prof Galloni: “Lo spread è un ricatto infernale. La soluzione è istituire un’agenzia di rating pubblica”

Intervista al professor Antonino Galloni, economista e presidente del Centro Studi Monetari

“L’Italia non deve assolutamente aumentare l’Iva”. Il monito lanciato dal professor Antonino Galloni, economista e presidente del Centro Studi Monetari, è netto: “Sarebbe come dare le chiavi di casa alla Troika e rischiare di fare la fine della Grecia”. Insomma, per l’economista bisogna resistere, a prescindere dalle varie posizioni espresse dal Governo in questoa campagna elettorale: “Siamo in campagna elettorale ed è naturale che ognuno tiri l’acqua al propro mulino”.

Forse, però, Salvini avrebbe potuto evitare di parlare dello sforamento del 3%…
Il problema non è se Salvini o chi per lui propone un disavanzo superiore al 3%.

Qual è, allora?
Il problema è contrastare questo continuo ricatto cui siamo condannati. Lo spread è uno strumento infernale nelle mani della speculazione internazionale. Non è che per non far aumentare lo spread dobbiamo sottostare ai ricatti dei mercati: governare è esattamente il contrario. Governare significa trovare il modo per non sottostare ai ricatti del mercato.

Però anche Conte ha dichiarato che sarà difficile non aumentare l’Iva.
Assolutamente l’Iva non deve aumentare. Casomai dobbiamo introdurre misure che riducano la pressione e aumentino il gettito. Ma misure che aumentano la pressione e magari non aumentano il gettito sono catastrofiche. E io credo che l’aumento dell’Iva non porterà necessariamente a un aumento del gettito, ma porterà a maggiore evasione.

E allora come se ne esce?
Ci sono due strade. La prima è raggiungere un accordo sottobanco tra Italia ed Europa senza che si abbiano ritorsioni dei mercati. Questa strada però non sembra percorribile.

E dunque?
C’è la seconda strada.

Quale?
Imporsi attrezzandosi per affrontare le cose.

In che modo?
Innanzitutto ci vorrebbe un’agenzia di rating pubblica. Dev’essere questa ad assegnare il rating all’Italia in base a dati oggettivi e non in base a capricci del momento o, peggio ancora, in base alla malafede. Insomma, il Governo deve immediatamente pensare a predisporre delle difese preventive affinché lo spread non influisca troppo sui tassi d’interessi delle nuove emissioni.

Tutto questo basterà per evitare un eventuale sforamento?
Accanto all’agenzia di rating, bisognerebbe cominciare a introdurre una moneta non a debito, che circola solo in Italia, non vietata dai trattati europei. In questo modo potremmo investire in opere pubbliche e manutenzione, senza aumentare il debito.

Finora nessuno ne ha mai parlato.
Posso dirle che sia all’interno della Lega che dei Cinque stelle si è discusso a lungo di queste cose. Prima, dopo, durante il contratto di Governo. Ecco: ora è arrivato il momento di esplicitarle. Perché è chiaro che se noi pensiamo di fare solo spesa a deficit, ci aumenta il debito e ci peggiora il rapporto col Pil. Anche perché non siamo in una congiuntura favorevole, come rivelano le situazioni economiche di Francia e Germania.

Serve un cambio di rotta radicale, dunque?
Certo. O si cambia regime oppure è chiaro che saremo condannati ad accettare quello che ci dicono dall’Europa anche in futuro.

Crede che, al di là dei litigi di questo periodo, il Governo sia sulla strada giusta?
Siamo in campagna elettorale e ognuno tira l’acqua al proprio mulino. Certo: Salvini e Di Maio litigherebbero meno se fossero nello stesso Governo. Così non è, ma sono liti che dureranno il tempo di questa campagna.