La coerenza non abita nella Lega. Agisce solo per convenienza. Brescia, presidente Commissione Affari costituzionali: “Dal Carroccio strategie per alimentare tensioni”

“La Lega non ha mai pensato a ciò che è giusto o sbagliato per gli italiani. Agisce sempre per motivi di convenienza”. E il soccorso di alcuni senatori del Carroccio, che con le loro firme hanno rimesso in pista il referendum contro il taglio dei parlamentari che la stessa Lega ha votato quattro volte in aula, non fa eccezione. Parola del presidente M5S, della commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia. “Con tanti saluti alla coerenza”.

Prima le firme di quattro senatori di Forza Italia ritirate all’ultimo momento, poi il soccorso della Lega per raggiungere il quorum necessario a presentare la richiesta di referendum per bloccare la riforma del taglio dei parlamentari che la stessa Lega ha votato quattro volte in Parlamento. Il Carroccio sconfessa se stesso?
“Sia chiaro che noi del M5S non temeremo mai la volontà popolare e quando hanno chiesto ai cittadini di firmare contro il taglio dei parlamentari hanno raccolto solo 700 firme. I motivi che spingono i leghisti a sottoscrivere la richiesta sono ben altri e lontani dal merito delle questioni. La Lega non ha mai pensato a ciò che è giusto o sbagliato per gli italiani. Agisce sempre per motivi di convenienza. Anche in questo caso è così. Magari tra qualche mese li troveremo a fare campagna per il no, con tanti saluti alla coerenza e alle promesse fatte agli italiani per decenni”.

C’è chi maligna che il vero obiettivo sia ritardare l’entrata in vigore della riforma per rieleggere, in caso di crisi di Governo, un Parlamento di 945 deputati e senatori anziché 600. Concorda con questa lettura?
“Fa tutto parte di una strategia per alimentare tensioni e scommettere sul fallimento di questa maggioranza, fregandosene degli interessi dei cittadini. Noi non ci cascheremo e non ci cascheranno neanche gli italiani. Sono scelte come queste che hanno fatto crescere il Movimento 5 Stelle nel 2013 e nel 2018. La vecchia politica vuole tornare”.

Insomma, la considera una manovra di palazzo?
“Mi pare abbiano subito rinunciato a chiedere le firme di un milione di cittadini per i due referendum, è evidente che la spinta arrivi da Palazzo Madama”.

Peraltro, dopo le prove d’intesa nella maggioranza sulla riforma della legge elettorale – in senso proporzionale con sbarramento al 5% -anche due senatori del Pd hanno ritirato le proprie firme. Il nuovo sistema elettorale toglierebbe altri argomenti a chi si oppone al taglio dei parlamentari e perché?
“Uno dei motivi per cui una parte della maggioranza ha chiesto un accordo su un nuovo impianto in materia elettorale è proprio un riequilibrio della rappresentanza che, a loro dire, sarebbe stata compressa col taglio. Oggi quest’accordo è stato rispettato e la mia proposta è una soluzione di partenza. Ci confronteremo sui dettagli, discuteremo del resto, ma quello che ci unisce è più forte di quello che ci divide. Anzi ringrazio tutti i colleghi della maggioranza per il lavoro serio fatto insieme nei contenuti e nel metodo. Non dovremo disperderlo”.

C’è anche un altro referendum, spinto sempre dalla Lega e richiesto dalle Regioni governate dal Centrodestra, che incombe. Quello sulla legge elettorale, per trasformare il Rosatellum in un sistema maggioritario. Ma se si chiudesse l’intesa di maggioranza sulla vostra proposta la consultazione voluta dal Carroccio sarebbe superata? O, almeno, è questo il vostro obiettivo?
“Il nostro obiettivo è quello di dare all’Italia una buona legge elettorale, che rispetti la Costituzione. Solo questo”.