La dolce vita

di Angelo Perfetti

Si scava nel marcio della capitale. Ma è un marcio coperto d’oro: locali, ristoranti, alberghi, società finanziarie. Dopo l’operazione che ha visto decapitata la filiera della camorra, che gestiva un a serie di pizzerie e di locali di ristorazione, stavolta ad essere colpita è la ‘ndrangheta. Beni per 12 milioni di euro sono stati infatti sequestrati agli imprenditori Giuseppe e Pasquale Mattiani, di 79 e 51 anni, padre e figlio. L’operazione e’ stata portata a termine dagli agenti della Polizia di Stato di Reggio Calabria e Palmi e dal personale  della Dia reggina e di Roma. Il provvedimento di sequestro, al termine di indagini condotte dalla Dda, è stato emesso dai giudici del tribunale di Reggio Calabria. Ai Mattiani sono stati sequestrati una villa, un fabbricato composto da quattro appartamenti, un immobile commerciale e vari terreni siti a Palmi, oltre ad altri tre immobili in zone lussuose di Roma. Il 12 novembre scorso a Giuseppe e Pasquale Mattiani furono già sequestrati beni per 150 milioni di euro, tra cui due alberghi a quattro stelle: l’hotel Gianicolo a Roma (nella foto) e l’Arcobaleno a Palmi.

Lo scenario che si sta evidenziando è preoccupante. Dopo la caduta della banda della Magliana, infatti, che in qualche modo accentrava i giri loschi su Roma e con la quale dovevano fare i conti anche i grandi gruppi criminali, la Capitale è diventata terra di nessuno. Mafia, ‘ndrangheta, camorra, Sacra corona unita si sono divise zone della città e settori di business. D’altronde l’analisi del presidente facente funzioni della corte di appello di Roma, Catello Pandolfi, fatta pochi giorni fa all’apertura dell’anno giudiziario, lo conferma: ”Una sicura attrattiva per le mafie – ha detto – è rappresentata dal fatto che, dopo la Banda della Magliana, nessuna aggregazione criminale è riuscita ad assumere un atteggiamento egemone sulle altre. La vastità del territorio e la presenza di numerosissimi esercizi commerciali, di attività imprenditoriali, società finanziarie e di intermediazione, e di immobili di pregio” sono fattori che spingono le cosche mafiose a scegliere Roma e il Lazio per poter fare investimenti di ogni tipo e mimetizzarsi”.

Per ciò che riguarda i sequestri di oggi, una sproporzione tra i redditi dichiarati ed i beni posseduti è stata accertata nel corso delle indagini condotte dalla polizia e dalla Dia. Era infatti emersa la continuità di Pasquale e Giuseppe Mattiani con la cosca della ‘ndrangheta dei Gallico di Palmi. Giuseppe Mattiani, impegnato per lunghi anni in cariche politiche ed amministrative a Palmi, è stato condannato
con sentenza definitiva per truffa aggravata nel conseguimento di erogazioni pubbliche. Il 3 luglio scorso, inoltre, i giudici della Corte d’assise di Palmi hanno condannato Pasquale Mattiani alla pena di tre anni di reclusione per favoreggiamento della cosca dei Gallico.