La lobby yankee va a Messa. Banchieri, grand commis, giornalisti e ambasciatori in fila per il nuovo salottone del Centro studi americani

di Stefano Sansonetti

Chissà se lobbisti si nasce o si diventa. E chissà se la collezione di poltrone è un rischio o un “semplice” approdo. Nei giorni scorsi il Centro studi americani, think tank che sulla carta si occupa di relazioni tra Italia e Stati Uniti, ha cambiato il suo consiglio di amministrazione. Tra novità e conferme, se ne può trarre una bella radiografia di come in Italia si intreccino i destini di banchieri, giornalisti, grand commis di Stato, ambasciatori e professori universitari. Tutti pronti a fare carte false pur di stare nella “rete” che conta. Tra le curiosità del Centro studi americani, per esempio, c’è l’individuazione come nuovo direttore di Paolo Messa. Il quale, già consigliere di amministrazione del pensatoio, sfrutta così il rapporto di stretta collaborazione professionale che lo lega da tempo a Gianni De Gennaro, ex capo della Polizia e dei servizi segreti, oggi presidente di Finmeccanica e proprio del Centro studi americani.

LA RETE
Ma Messa ha dimestichezza con tutto ciò che concerne think tank e dintorni. Cresciuto come responsabile comunicazione dell’Udc, e come consigliere dell’allora vicepremier Marco Follini, è conosciuto soprattutto per essere fondatore, animatore ed editore di Formiche, rivista mensile e anche testata on line quotidiana. Compito al quale nel recente passato ha dato seguito nella veste di vicepresidente della società Base per Altezza, editrice di Formiche. E al quale assolve ancora oggi nella veste di amministratore di Lola media group, altra società editrice che controlla al 72% la stessa Base per Altezza. Il restante 28% della società, di fatto, fa capo a Luigi Abete, altro personaggio che ricorre nel mondo di Messa. Lo stesso ex presidente di Confindustria siede nel Cda del Centro Studi americani. E qui il ruolo di Finmeccanica è sensibile, visto che con altre società (Accenture, Acea, Eni, Enel, Bnl, Exxon, Ferrovie, F2i, Fincantieri, Telecom, Unicredit, Vodafone, Wind, Deutsche Bank e Invitalia) è tra i “soci sostenitori benemeriti” proprio del Centro. Ma la presenza di Finmeccanica, in particolare di De Gennaro, si fa sentire in due altre attività di Messa. Sempre Base per Altezza, infatti, dal 2013 è la società editrice di Airpress, rivista dedicata all’aerospazio, settore caro al colosso guidato da Mauro Moretti. Ma Finmeccanica è socio ordinario anche di Italia Decide, think tank presieduto dall’ex presidente della Camera, Luciano Violante. E Messa è a sua volta socio di Italia Decide. Ancora, l’editore-lobbista siede nel comitato editoriale di Inpiù, pubblicazione on line che fa capo a Luigi Abete e al fratello Giancarlo. Al periodo in cui era consigliere dell’ex ministro dell’ambiente Corrado Clini, invece, risale la poltrona che Messa vanta nel Cda del Conai, consorzio che fornisce servizi di raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti. Infine, si fa per dire, Messa dispone pure di una consulenza da 90 mila euro l’anno per Invimit, la società immobiliare del Tesoro finora guidata da Elisabetta Spitz, incidentalmente ex moglie di quel Follini di cui Messa è stato consigliere.

GLI ALTRI
Nel Centro studi americani, però, l’editore-lobbista non è certo solo. Come vicepresidente del Cda è stata scelta Marta Dassù, già viceministro degli esteri con il governo di Enrico Letta. Anche la Dassù non disdegna le poltrone. Da poco è entrata nel Cda di Trevi, società di ingegneria attiva nell’esplorazione di idrocarburi, mentre da tempo è direttore di Aspenia, la rivista di Aspen, altro think tank filoamericano (è appena il caso di ricordare che il presidente onorario di Aspen e Centro è Giuliano Amato). Sempre nel Cda del Centro studi americani troviamo Aurelio Regina, ex presidente degli industriali di Roma, Massimo Egidi ed Eugenio Gaudio, rettori rispettivamente della Luiss e della Sapienza di Roma, Fabio Corsico, capo delle relazioni istituzionali del gruppo Caltagirone, Ronald Spogli, ex ambasciatore americano a Roma, gli ambasciatori italiani Stefano Stefanini e Ferdinando Salleo. Stefanini lavora anche nel Podesta Group, maxisocietà americana di lobbying fondata dai fratelli Tony e John Podesta (quest’ultimo già nello staff di Bill Clinton). E nel Cda ci sono Vito Cozzoli, capo di gabinetto della ministra Federica Guidi, e la giornalista Maria Latella. Perché più grande è la rete, meglio è per chi ci sta dentro.

Twitter: @SSansonetti