L’ultima fake news di Renzi. Sparito il dossier sulle bufale promesso ogni quindici giorni

Sulle famigerate fake news, le bufale online e non, il leader dem aveva promesso un dossier ogni 15 giorni. Dopo il primo numero se ne sono perse le tracce

Si era addirittura detto pronto a chiedere, a partire dalla prossima legislatura, l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta ad hoc. Ma forse, visto com’è andata a finire con quella sulle banche e conoscendo l’uomo, foriero di enormi promesse, c’avrà già ripensato. Così sulle famigerate fake news, le bufale online e non che – volenti o meno – saranno al centro della campagna elettorale in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo, Matteo Renzi ha preferito giocare al ribasso. Promettendo, dal palco dell’amata Leopolda, un report quindicinale del Partito democratico. “Grillini e Lega escono con gli stessi codici nell’advertising dei social. Usano le stesse tubature della rete”, aveva denunciato l’ex presidente del Consiglio il 26 novembre scorso. “Noi non pensiamo a nuove leggi, figuriamoci a fine legislatura, ma ogni 15 giorni il Pd presenterà un rapporto ufficiale sulle schifezze in rete”.

Com’è andata a finire? Che il 12 dicembre, sul sito di Democratica (il giornale online del Pd che ha sostituito l’Unità), è effettivamente stato pubblicato il primo, attesissimo report. Poi però più nulla. Elettori e simpatizzanti dem si sarebbero aspettati il secondo come regalo di Natale, invece il partito li ha lasciati a bocca asciutta.

Palla in corner – Ma insomma, che fine ha fatto questo resoconto quindicinale? “Boh”, risponde testualmente su WhatsApp un deputato dem a specifica domanda, accompagnando il tutto con un emoticon con la faccia perplessa. Tra le righe della sua ultima Enews, datata 3 gennaio, il leader del Pd ha comunque chiarito che il secondo numero del dossier sarà pubblicato “nei prossimi giorni”, ma visto l’andazzo non si è spinto oltre nelle previsioni. Certo è però che pure dalle parti del Nazareno con le bufale non scherzano. Storica è rimasta per esempio la frase pronunciata da Alessandra Moretti il 21 aprile dell’anno scorso a Otto e mezzo, su La7. “A Roma è morto un bimbo morso da un topo”, la sparò grossa l’ex candidata governatrice del Veneto. Fake news, senza se e senza ma. Bissata, proprio due giorni fa, da un’altra clamorosa cantonata presa da chi al Nazareno gestisce i profili social.

Scusate il disagio – Cos’è successo? Sulla pagina Facebook del Pd è stata rilanciata la foto, pubblicata dalla senatrice ex M5s Paola De Pin,  di un tipico falò della Befana con in cima una bandiera del Pd. Per quanto di cattivo gusto, si trattava di un fotomontaggio. Peccato che nessuno se ne sia accorto prima di pubblicare il post, poi cancellato. “Qualche minuto fa – ha infatti rettificato il partito pochi minuti dopo – abbiamo pubblicato uno scatto che girava online da giorni e che era stato rilanciato anche da alcuni giornali locali di Treviso, oltre che da una parlamentare. La foto era un fotomontaggio. Abbiamo provveduto a rimuovere prontamente il contenuto grazie alla segnalazione degli utenti di questa pagina; ci scusiamo per il disguido”. Chissà se finirà nel prossimo report dei dem.

Twitter: @GiorgioVelardi