Malta è solo il primo passo. Sull’immigrazione la politica M5S non cambia. Parla la deputata grillina Di Stasio: “Non si può affrontare il problema sempre a livello emergenziale”

“Affrontare l’immigrazione sempre a livello emergenziale è sbagliato”. Non ha dubbi la deputata 5S Iolanda Di Stasio, presidente del Comitato permanente sui diritti umani nel mondo.

Redistribuzione dei migranti, anche economici, tra i Paesi Ue. La missione a Malta del ministro Lamorgese segna un punto di svolta per l’Italia?
“Abbiamo sempre lavorato per superare il regolamento di Dublino, votato anche dalla Lega, che ci lascia soli nella gestione dei migranti. Questo è il primo passo. Poi contrasto ai trafficanti, redistribuzione automatica non solo dei rifugiati ma anche dei richiedenti asilo, rotazione dei porti di approdo, anche se su base volontaria e accelerare sui rimpatri, dove si è fatto poco. La strada è questa. La nostra politica sull’immigrazione non cambia”.

Intanto Di Maio propone l’allargamento del tavolo di pace sulla Libia a Tunisia e Algeria. Una mossa per rafforzare la cooperazione sui rimpatri?
“Affrontare l’immigrazione sempre a livello emergenziale è sbagliato. Bisogna lavorare sulle cause che spingono le persone a lasciare il loro Paese, come le guerre. Ecco perché Luigi Di Maio ha aperto al coinvolgimento di Tunisia e Algeria alla conferenza di pace di ottobre a Berlino. Non si può risolvere un conflitto che va avanti ormai da tempo senza la collaborazione degli attori locali della sponda Sud del Mediterraneo”.

A proposito di rimpatri, Di Maio ha annunciato importanti novità al suo rientro dagli Stati Uniti…
“Il rispetto della legge rimane sempre la priorità. Oltre a gestire in maniera più efficace gli ingressi, dobbiamo puntare sui rimpatri. Servono accordi internazionali che rispondano a un meccanismo europeo. Siamo sicuri che le novità annunciate da Luigi Di Maio segneranno un altro importante passo in avanti per il nostro Paese”.

Altro tema al centro del dibattito internazionale è il dossier sul clima che assorbe anche parte del programma giallorosso. Berlino ha annunciato investimenti pluriennali da 100 miliardi sull’ambiente, in Italia è già iniziato il balletto delle cifre e delle coperture sui primi provvedimenti, cosa accadrà?
“Il punto non sono le coperture economiche di un singolo provvedimento, ma il riordino delle politiche nazionali sulla base di dati scientifici incontrovertibili che riguardano l’ambiente. Dobbiamo studiare il costo delle emissioni in atmosfera e dei cambiamenti climatici nel nostro Paese, che alcune ricerche stimano in oltre 50 miliardi all’anno. Per poi tracciare scenari a basse emissioni in termini economici e occupazionali. Per questo non dobbiamo parlare di un singolo provvedimento, ma di tutta una politica di Governo incentrata su un modello di sviluppo sostenibile”.

C’è l’intesa M5S-Pd su Bianconi candidato in Umbria. E’ il primo passo verso accordi anche in altre Regioni?
“Lo ribadiamo: non c’è nessun meccanismo automatico. Negli ultimi anni, quello subìto dall’Umbria è stato un vero e proprio martirio politico. Dovevamo cambiare nettamente rotta, e ciò poteva passare soltanto da una ‘chiamata alle armi’ delle personalità civiche di più alto profilo. Questa è la nostra proposta, in cambio non chiederemo nessun posto in Giunta o nelle partecipate. Bianconi avrà piena autonomia”.