Nelle casse della Regione Sicilia c’è un buco di 1,1 miliardi. La Corte dei Conti: “Politiche inefficaci”. Musumeci: “Debito accumulato in 25 anni. Faremo il possibile”

Nell’esercizio 2018 la Regione avrebbe dovuto recuperare alcune quote di disavanzo per 1,1 miliardi che dovranno “trovare copertura finanziaria nel bilancio di previsione 2019-2021, secondo le modalità stabilite dal Decreto legislativo 118/2011”. E’ quanto sottolineano i magistrati della Corte dei Conti nel corso della relazione sul rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio finanziario 2018 discusso nella sede dell’Istituto di Storia Patria, a Palermo. “Tale valore, sebbene inferiore a quello determinato dalla Corte in sede di parifica del rendiconto generale per l’esercizio 2017 – evidenziano i magistrati contabili – risulta comunque ben superiore ai pertinenti stanziamenti operati nel bilancio 2018 pari, al netto del capitolo 9, la cui funzione è unicamente di sterilizzazione dell’anticipazione di liquidità, a 866.415.996 euro”.

“La predetta quota di competenza 2018, appunto di 1.103.965.100,71 euro – spiegano gli stessi magistrati contabili- risulta comunque non essere stata recuperata, stante il risultato complessivo di gestione negativo dell’esercizio pari a 1.026.618.749,46 euro”. Tali quote di disavanzo per 1,1 miliardi “dovranno quindi trovare copertura finanziaria nel bilancio di previsione 2019-2021, secondo le modalità stabilite dal Decreto legislativo 118/2011”. Per quel che riguarda la quota restante di 1,02 miliardi dovrà essere recuperata “negli esercizi considerati nel bilancio di previsioni e in ogni caso non oltre la durata della legislatura”.

I magistrati contabili, inoltre, notano come sul caso degli obblighi di recupero del disavanzo da 2,1 miliardi (la somme delle due quote) “nessuna sostanziale misura correttiva è stata adottata dall’Amministrazione regionale nel corso del 2018”. “L’esame comparato dei principali saldi risultanti dai documenti costituenti il ciclo del bilancio 2018 della Regione siciliana, dimostra l’inefficacia delle politiche pubbliche rispetto ai vincoli di riduzione del deficit di bilancio e del disavanzo di amministrazione intrinseci al quadro normativo e ribaditi più volte da queste Sezioni riunite”.

“Un primo riferimento in tal senso – sottolineano i magistrati contabili – ci è offerto dal raffronto tra i dati degli equilibri di bilancio nelle varie fasi del ciclo 2018, dal quale risulta chiara l’inconsistenza della manovra finanziaria: l’equilibrio di parte corrente e l’equilibrio finale 2018 registrano valori a consuntivo, rispettivamente -651,9 milioni di euro e -667,0 milioni di euro, notevolmente superiori ai dati di tendenziale del Defr 2018-2020 i cui saldi risultavano comunque viziati dalla sottostima degli stanziamenti a copertura del disavanzo e di quelli per accantonamento ai fondi”.

“In altre parole – secondo i giudici della Corte dei Conti -, la Regione non è stata in grado di raggiungere nemmeno gli obiettivi ‘minimi’ che essa stessa si era data con la legge di stabilità. Una ulteriore evidenza è il costante e significativo scostamento, in tutte le fasi del ciclo del bilancio, dalle risultanze contabili del precedente esercizio finanziario. Né il Defr 2018-2020, né il bilancio di previsione – pur essendo stati approvati ad esercizio ampiamente in corso – ne´ l’assestamento, sono informati al rispetto del principio di continuità degli esercizi finanziari, per non parlare degli esiti dei giudizi di parifica, al punto che, in talune fasi, l’attività della Regione sembra abbia avuto, piuttosto, finalità elusive”.

“Copriremo il disavanzo, la responsabilità del bilancio è del governo e quindi adotteremo quanto serve” ha commentato il governatore della Sicilia, Nello Musumeci (nella foto). “La Corte dei conti conferma il disastro finanziario della Regione accumulato negli ultimi 25 anni. Peccato – ha detto ancora il governatore – che in passato nessuno se ne sia accorto, a tutti i livelli. Ora si pretende che il governo Musumeci risani ogni cosa in ventiquattro mesi. E chi ieri fra i deputati ne è stato responsabile, oggi trova spudoratamente il coraggio di dare lezioni. Vergogna! Ci vorranno anni per sanare le ferite di una Regione fondata quasi sempre su sprechi, clientelismo e assistenzialismo. E noi abbiamo finalmente cominciato la bonifica”.