Nuove grane per l’acciaieria. A pezzi l’Ilva di Taranto, crollano pure i soffitti. Con la caduta del Governo Conte salta la commissione d’inchiesta sullo stabilimento proposta dai grillini

Questo potrebbe essere il colpo di grazia per l’ex Ilva. Dopo la conferma del sequestro dell’Altoforno2 e l’indagine sulla morte dell’operaio Mimmo Massaro precipitato in mare il 10 luglio scorso, un procedimento in cui l’azienda e parte del management sono accusati di concorso in omicidio colposo, una nuova grana tormenta la gestione di ArcelorMittal. Si tratta del “pericolo di crollo per una parte del capannone dell’Acciaieria 1 a seguito della corrosione che interessa il tetto e le travi di acciaio che sostengono l’intera struttura”, denunciato ieri da Alessandro D’Amone, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza del sindacato Usb, al termine di un’ispezione nei reparti degli stabilimenti ArcelorMittal di Taranto. Un’analisi shock, documentata con foto inequivocabili pubblicate su Facebook, che ancora una volta solleva dubbi sull’effettiva possibilità degli operai di lavorare in sicurezza.

ALTRE ROGNE. Ma tra i molti guai che perseguitano ArcelorMittal ce n’è anche uno scampato. Si tratta della proposta depositata in Senato dal grillino Mario Turco di “istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo al sistema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro dello stabilimento Ilva di Taranto”. Un’indagine che doveva offrire risposte certe ma che con la caduta del governo gialloverde sembra destinata a naufragare per sempre.