Opere strategiche al rallenty. All’Italia mancano quasi 150 miliardi. E l’ultimazione dei lavori slitta all’infinito

Opere strategiche al rallenty. Mancano quasi 150 miliardi. E l’ultimazione dei lavori slitta all’infinito

Per le infrastrutture strategiche del Paese servono altri 150 miliardi di euro. Le risorse attualmente disponibili non consentono, infatti, il completamento del Programma: vi è una disponibilità finanziaria di 136,6 miliardi pari a una copertura del 48% rispetto al costo complessivo (il 29% sono finanziamenti pubblici e il 19% finanziamenti privati). Per l’esattezza mancano all’appello 148,9 miliardi. Insomma ne dovrà ancora passare di acqua sotto i ponti prima di vedere completate quelle infrastrutture definite strategiche e finalizzate a dare una scossa al Belpaese. A fare il punto sull’attuazione della “legge obiettivo” c’ha pensato il Servizio studi della Camera dei deputati in collaborazione con l’Autorità nazionale anticorruzione e l’istituto di ricerca Cresme. Al setaccio le opere inserite nel Programma delle infrastrutture strategiche 2002-2014 e quelle deliberate dal Cipe al 31 dicembre 2014. Si tratta soprattutto di strade e ferrovie. Tra i progetti approvati spiccano il collegamento ferroviario transfrontaliero Arcisate-Stabio, il collegamento autostradale Orte-Mestre, la linea 1 della metro di Napoli e alcuni lotti dell’eterna Salerno-Reggio Calabria.

MEZZOGIORNO INDIETRO
Ne avrebbe più bisogno, ma ancora una volta il Mezzogiorno resta indietro. La distribuzione dei costi delle infrastrutture strategiche per macroaree geografiche, evidenzia una maggiore concentrazione nelle 12 regioni del Centro Nord. Il costo delle infrastrutture localizzate in tale ambito territoriale è di 192,1 miliardi di euro contro i 90,5 del Mezzogiorno. Sono le opere stradali a farla da padrone, con interventi per il il 52% del totale, pari a circa 148 miliardi. Ci sono poi interventi sulle infrastrutture ferroviarie (pari al 35%, per 99 miliardi). A seguire le metropolitane (6%), opere portuali il 2%, interporti (0,6%), opere aeroportuali (0,1%). C’è poi un significativo 1,9% per il Mo.S.E. (5,5 miliardi).

LAVORI IN CORSO
Per quanto riguarda le opere deliberate dal Cipe, su 187 solo 39 risultano concluse e 69 in fase di realizzazione. A certificarne il ritardo siderale le previsioni contenute nell’ottavo rapporto (il penultimo) che indicavano la conclusione dei lavori per 54 opere entro la fine del 2014. L’ultimazione dei lavori per le 15 opere “ritardatarie”, invece, slitterà di almeno un anno (tra queste rientra il collegamento autostradale Bergamo-Brescia-Milano, opera del costo di 1,6 miliardi aperta al traffico il 23 luglio scorso, con data di ultimazione dei lavori relativa alle “Opere Complementari” stabilita per dicembre 2015). Dal 2004 ad oggi il quadro economico delle opere strategiche deliberate dal Cipe ha fatto registrare aumenti dei costi vertiginosi (vengono prese in considerazione solo quelle chiaramente identificabili e che sono rimaste tali nel corso degli anni). E sono 97. Per la loro realizzazione il costo è lievitato del 40,3% corrispondente in valori assoluti a 26 miliardi e 289 milioni.