Perilli nuovo capogruppo M5S a Palazzo Madama. Fumata nera alla Camera: è derby Silvestri-Trano. Il voto al Senato segnato dalle tensioni su scudo all’Ilva

Eletto il nuovo capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle. Alla quarta votazione, anche se soltanto per tre voti di scarto, ce l’ha fatta Gianluca Perilli, attuale presidente vicario dei senatori M5S. L’avvocato, ex consigliere regionale del Lazio ed ex membro dello staff dei garanti di Virginia Raggi, ha ottenuto 47 voti a fronte dei 44 di Danilo Toninelli, l’ex ministro delle infrastrutture. Alla Camera, invece, ancora fumata nera. Nessuno degli aspiranti capogruppo ha raggiunto il quorum dei 109 voti. I pentastellati a Montecitorio si sono spaccati sulla scelta. Francesco Silvestri ha raccolto 86 voti e 72 Raffaele Trano.

Vi sono state inoltre 19 schede bianche e 24 nulle su 201 votanti. Difficoltà che riflettono quelle interne del Movimento 5 Stelle e con gli alleati di governo soprattutto sul Salva Imprese, ora al vaglio di Palazzo Madama. I pentastellati, come emerso nel corso di una riunione proprio al Senato, hanno infatti specificato che non voteranno un articolato così permissivo nei confronti di Arcelor Mittal, chiedendo la cancellazione o quanto meno il ridimensionamento delle tutele legali. Del resto nelle commissioni Industria e Lavoro del Senato 17 parlamentari pentastellati hanno chiesto la soppressione dello scudo, con un emendamento che ha come prima firmataria Barbara Lezzi, ministro per il Sud nell’ex esecutivo giallo-verde.

Fibrillazioni evidenti appunto nelle votazioni sui nuovi capogruppo, ma che non sembrano impensierire più di tanto il premier Giuseppe Conte. Il presidente del consiglio è cosciente che le maggiori difficoltà possono arrivare da Palazzo Madama e continua a lavorare per blindare la maggioranza, guardando soprattutto al centro, dunque a Forza Italia e al gruppo misto. Un’azione che è diventata per lui ancor più urgente dopo l’addio di Matteo Renzi al Partito democratico e la nascita di Italia Viva. Nulla comunque, almeno al momento, in grado di mettere in pericolo la tenuta dell’esecutivo giallorosso.