Più ambiente e risparmio. Esplode l’industria dell’usato. Il giro d’affari nel 2018 è stato di 23 miliardi. Quasi un italiano su due vende il superfluo

Dall’economia circolare al riuso di quanto si può non gettare via, persino in una società consumista come la nostra si fanno largo stili di vita dal sapore antico e per questo invece di tendenza e quanto mai moderni. A segnalarlo è la quinta edizione dell’Osservatorio Second Hand Economy, condotto da Doxa per Subito, una piattaforma web leader in Italia dove oltre 11 milioni di utenti unici mensili comprano e vendono oggetti usati. Il motore di tutto è la ricerca del risparmio, ma anche il rispetto dell’ambiente.

Ne viene fuori che l’economia dell’usato genera un circolo virtuoso che allunga la vita di un bene, dandogli una seconda (ma anche terza, quarta, ecc.) generando un giro d’affari da 23 miliardi di euro, pari all’1,3% del Pil italiano, in costante aumento negli anni grazie soprattutto all’online, che pesa 9,8 miliardi, ovvero il 43% del totale. Per molti, dunque, non è una sorpresa, ma chi non ha queste abitudini resterà sorpreso dallo scoprire che un italiano su due ha venduto o comprato usato, e il 43% l’ha fatto nell’ultimo anno.

I settori più importanti in termini di valore sono Motori (12,9 miliardi di euro), Casa&Persona ed Elettronica (3,8 miliardi), Sports&Hobby (2,3 miliardi). Le regioni in cui l’economia dell’usato genera più valore sono Lazio (3,9 miliardi), Lombardia (3,8 miliardi) e il Veneto (2 miliardi). Nel 2018 chi ha venduto oggetti usati ha guadagnato in media 725 euro, ma in Toscana si arriva a 1.713 euro.