Salvini trasloca in Emilia dove viaggia al ritmo di 10 comizi al giorno. E intanto sfida i 5S a spedirlo a processo per la Gregoretti mentre i suoi spingono per lo slittamento

I toni sono quelli da impresa epocale, “In Emilia-Romagna se si vince cambia la storia d’Italia e d’Europa”, il modus operandi lo stesso utilizzato per la campagna elettorale in Umbria: piazza per piazza, casa per casa. Resta da capire se Matteo Salvini potrà recitare la parte del martire che rivendica spavaldo, sfidando la maggioranza a non rinviare il voto sulla Gregoretti, salvo però far votare i suoi in Giunta al Senato in favore dello slittamento della decisione che potrebbe mandarlo a processo.

Per il Capitano la sfida nella roccaforte rossa per eccellenza si è trasformata nella madre di tutte le battaglie. Non solo investendo di una rilevanza nazionale una competizione locale ma iperpersonalizzando la sfida al punto di oscurare la (reale) candidata Lucia Borgonzoni: da giorni fanno comizi separati – quelli di Salvini sono nell’ordine di dieci, dodici al giorno fra incontri pubblici, aperitivi, cene e passeggiate – ma in queste due ultime settimane che ci separano dal voto del 26 gennaio trasferendosi in pianta stabile in Emilia Romagna per proseguire il suo tour de force. Che il 23 gennaio si concluderà, ça va sans dire, a Bibbiano “perché sulla pelle dei bambini non si fanno affari e non si scherza”, come ha ribadito lo stesso leader.

A parte tre giorni in Calabria e qualche puntata a Roma, Salvini ha deciso di puntare tutte le sue fiches qui: nell’ultimo sondaggio il governatore uscente, il dem Stefano Bonaccini, si conferma davanti alla sua sfidante, ma tra i due non è esclusa una situazione di testa a testa vista l’altissima percentuale di incerti e astenuti (41,5%). Per questo il Capitano ha scelto di intensificare ancor di più la sua presenza sul territorio in un rush finale che non lasci scoperto neanche l’ultimo dei paesi. Staccato (fra il 5 al 9%), il candidato M5S Simone Benini: il test nazionale è tutto fra centrodestra e centrosinistra. Anzi, fra Salvini e Bonaccini che sta conducendo una campagna di segno totalmente opposto a quello della sua principale avversaria, puntando tutto sulla sua personale capacità di amministratore e sui risultati ottenuti negli ultimi 5 anni.

“Salvini è sempre qui mattina e notte – sottolinea Bonaccini – solo che è un ospite. Io qui sono di casa, è casa mia, dove ho lavorato, lavoro, lavorerò, dove vivo e ho famiglia. Il 27 gennaio Salvini tornerà a Roma come farebbe Zingaretti se fosse qui tutti i giorni, perché hanno il dovere di occuparsi anche di altro. Salvini ha già dimostrato nelle regioni dove è andato di non tornare più. Credo sia anche poco dignitoso per Borgonzoni farsi sostituire in questo modo”.