Sanità privatizzata senza criterio. Il pubblico sacrificato al profitto. Parla il capogruppo M5S in Lombardia, Fumagalli: “La priorità non è il business, ma la salute dei cittadini”

“La sanità deve essere gestita da chi fa l’interesse pubblico, non dovrebbe essere un business”. Così il capogruppo M5S in Lombardia, Marco Fumagalli, boccia senza appello la sanità lombarda che, ormai da anni, punta eccessivamente sul modello privatista sostanzialmente dimenticando quello pubblico.

Prima il governatore Fontana con la mascherina che si mette in autoquarantena, adesso un assessore regionale contagiato. Come ha gestito e come sta gestendo l’emergenza Coronavirus la Giunta lombarda?
“La situazione sanitaria è molto complicata, nessuno è immune. Si tratta di una situazione del tutto eccezionale che deve essere gestita con serietà e compattezza. Bene che la Giunta abbia deciso di affidarsi ai massimi esperti e istituzioni in campo sanitario. Avrebbe dovuto fare lo stesso anche per la comunicazione che, in casi come questi, ha una responsabilità enorme nel fare la differenza tra allarmismo e approccio ragionato”.

Il focolaio si è sviluppato all’ospedale di Codogno. Per averlo detto il premier Conte è finito al centro di una rovente polemica proprio con Fontana. Qualcosa, però, sembra non aver funzionato come avrebbe dovuto nel fiore all’occhiello della sanità lombarda, non trova?
“Su eventuali responsabilità sarà la magistratura ad esprimersi. è certo però che le nostre proposte in ambito sanitario sono state ignorate dalla Giunta Fontana. Servono maggiori investimenti nella sanità pubblica, per la salvaguardia dei presidi territoriali, per la stabilizzazione dei precari sanitari e per l’introduzione di nuove figure sanitarie territoriali. Da questa esperienza nasca una nuova programmazione che aiuti la sanità pubblica anche nelle situazioni di criticità. Di fatto è il pubblico che ha dovuto gestire l’emergenza!”.

Di fronte all’emergenza coronavirus e all’inevitabile aggravio di lavoro per gli ospedali pubblici crede che la Lombardia stia scontando un eccesso di privatizzazione della sanità?
“Senza dubbio, la sanità deve essere gestita da chi fa l’interesse pubblico, non dovrebbe essere un business. Troppe risorse sono state deviate verso il profitto e non verso l’interesse pubblico. è inconcepibile che nonostante il 40 % del bilancio sanitario regionale (19 miliardi) sia ad appannaggio dei privati, oggi l’unica risposta sanitaria concreta sia stata data dalle strutture pubbliche. Ci chiediamo se il modello Lombardo sia quello in cui il privato continua a lucrare con le prestazioni a più elevato margine e lascia al pubblico quelle più rognose, come le emergenze? Mentre si pensa di riaprire con fondi pubblici l’Ospedale Militare di Baggio per i nostri malati, nelle strutture private del San Donato si curano i militari libici. C’è qualcosa che non funziona e qualcuno dovrà renderne il conto a tempo debito”.

Gli operatori sanitari in prima linea lamentano carenze nella dotazione di sicurezza, come mascherine e dotazioni di sicurezza per il personale sanitario. Ci sono state delle carenze da parte della Regione competente per la gestione della sanità?
“Sono molte le mancanze, continuano ad arrivarci segnalazioni di carenza di mascherine, guanti e dotazioni di sicurezza. Ancor prima dell’emergenza segnalavamo la mancanza di protocolli univoci. Purtroppo anche oggi ogni Asst sta disponendo misure diverse in maniera disomogenea. Solo grazie alla buona volontà e alla professionalità dei nostri medici, infermieri e operatori della sanità c’è una risposta all’emergenza. Va avviare una seria riflessione sulle politiche sanitarie messe in campo negli utimi 20 anni. Gli stessi lavoratori del pubblico che oggi vengono nominati eroi, ieri erano sottopagati, ignorati e spesso esternalizzati!”.

Da Codogno preoccupa il caso di tre operatori sanitari che lavorano senza sosta perché non si riesce ad assicurare loro un ricambio. Cosa sta facendo la Regione per risolvere questa situazione?
“Al di là del caso specifico degli operatori costretti a turni massacranti, la Regione dovrebbe cogliere l’occasione per chiedere una deroga ai vincoli di Bilancio per l’assunzione del personale sanitario. Ci anche le condizioni per poter scorrere le graduatorie attive. Dobbiamo cambiare rotta: il coronavirus ci insegna che tagliare sulla sanità pubblica non garantisce una tutela della salute dei cittadini”.