Telecom, Bernabè fatto fuori. Il nuovo Cda targato Elliott fa il pieno di pluripoltronati, con una miriade di occupazioni

Telecom, Bernabè fatto fuori: nuovo Cda di dopolavoristi. Elliott vince il braccio di ferro con Vivendi, ma i nuovi arrivati hanno mille altre poltrone

di Stefano Sansonetti

Franco Bernabè è il grande sconfitto. Mentre nel nuovo Cda entra una folta pattuglia di pluripoltronati dalle molteplici occupazioni, definiti “indipendenti”. In estrema sintesi potrebbe essere questa una lettura dell’esito dell’aspro confronto su Telecom che ha visto vittorioso il fondo americano Elliott. La lista dei consiglieri presentata dal veicolo a stelle e strisce, infatti, si è imposta in assemblea con il 49,8% dei voti su quella targata Vivendi, rimasta al 47,18%. Decisiva, nello stabilire gli equilibri, è stata la Cassa Depositi e Prestiti, che con il suo 5% del capitale si è schierata a favore di Elliott in compagnia dei piccoli azionisti. E così, nel nuovo Cda a 15 componenti, 10 saranno quelli proposti dal fondo americano. Si tratta di Fulvio Conti, presidente in pectore, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Paola Giannotti de Ponti, Luigi Gubitosi, Paola Bonomo, Maria Elena Cappello, Lucia Morselli, Dante Roscini e Rocco Sabelli. E già qui il ricorrere delle doppie e triple poltrone vale un po’ per tutti. Conti, ex Ad dell’Enel, in questo momento è anche Ad della società di consulenza Fas Partners, senior advisor del fondo infrastrutturale australiano Macquerie e consigliere di amministrazione dell’Istituto italiano di tecnologia; Altavilla è chief operating officer di Fiat con la responsabilità di Europa, Africa e Medio Oriente; Ferrari è direttore finanziario di Salini Impregilo, consigliere di amministrazione della controllata Lane Industries e della Cairo Communication; Gubitosi è commissario straordinario dell’Alitalia; la Morselli siede nel Cda di Snam; Roscini è presidente di Credimi, la società di anticipo fatture che fino a non molto tempo fa risultava indirettamente partecipata da una società del presidente della Cdp, Claudio Costamagna; la Bonomo, curiosamente, ha un posto nel Cda della francese Axa; la Cappello è consigliere di amministrazione di Mps. Ma impegni più che fitti, almeno per il momento, riguardano anche i cinque consiglieri espressi da Vivendi, primo azionista Telecom con il 23,9%: Amos Genish, Arnaud de Puyfontaine, Marella Moretti, Giuseppina Capaldo e Michele Valensise.

Gli altri – La Capaldo, in particolare, vanta poltrone nei Cda di Ferrari, Salini Impregilo e Mps.  Valensise, dal canto suo, è vicepresidente di Astaldi e presidente dell’Associazione Villa Vigoni, think tank italo-tedesco. Insomma, pare proprio che il destino di Telecom, così urgente da definire nella sistemazione di asset come la rete, passerà per le mani di soggetti impegnati su mille altri fronti. Di sicuro esce sconfitto da questo braccio di ferro Bernabè, finora vicepresidente esecutivo, inizialmente inserito nella lista dei 10 consiglieri proposti dai francesi. Quanto all’attuale Ad Genish, almeno a parole ieri ha ottenuto l’appoggio di Elliott. Sembra quindi destinato a restare, ma più verosimilmente nella veste di consigliere. Voci insistenti, infatti, danno Gubitosi lanciato verso la poltrona di Ad non appena avrà terminato il suo gravoso impegno in Alitalia.