Tra Lega e M5S torna il sereno ad eccezione delle trivelle. Le partite aperte restano Tav e Carige entrambe in mano ai tecnici

Si sciolgono lentamente i nodi che vedevano contrapposti Lega e M5S

Si sciolgono lentamente i nodi che vedevano contrapposti Lega e M5S sul contenuto delle norme discusse in questi giorni in Parlamento. L’approvazione della legge sulla Legittima Difesa, con il conferimento del mandato al relatore da parte delle Commissione Giustizia della Camera e la sua calendarizzazione prevista per il prossimo 24 gennaio nell’Aula di Montecitorio, è il primo scoglio superato ieri dalla maggioranza gialloverde. Il ritiro dell’emendamento al decreto Semplificazioni, che salvava i gestori degli stabilimenti balneari morosi, ha invece risolto le tensioni che vedeva contrapposti Lega e 5 Stelle in Senato (in questo caso il via libera in Commissione al Senato è atteso per domenica).

Lo strike è arrivato alla fine del Consiglio dei Ministri che ha approvato il decreto attuativo del reddito di cittadinanza e di quota cento (incluso il trattamento di fine rapporto per i dipendenti pubblici), i due provvedimenti bandiera della campagna elettorale di Luigi Di Maio e di Matteo Salvini. Anche sul fronte della proposta di legge costituzionale per introdurre i referendum propositivi è tornata la bonaccia dopo la presentazione degli emendamenti relativi al quorum che hanno incontrato l’approvazione anche del Pd. L’unico problema parlamentare che resta ancora da sciogliere è lo stop alle trivellazioni petrolifere, con la Lega contraria al blocco e i 5 Stelle, che invece hanno sempre sposato le proteste del Movimento No Triv, fermamente intenzionati a non consentire più le estrazioni di petrolio e gas.

Una questione non semplice da sbrogliare visto che poco prima del Consiglio dei Ministri che ha approvato il reddito di cittadinanza, Di Maio ha riunito i due capigruppo pentastellati alla Camera e al Senato, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, insieme ad alcuni esponenti dell’inner circle dell’M5s come Vincenzo Spadafora, Gianluigi Paragone e Stefano Buffagni oltre ad Alessandro Di Battista, per mettere a punto una strategia che consenta di affrontare la questione trivelle. Nelle stesse ore il Partito Democratico è sceso in campo al fianco della Lega per sostenere l’importanza della tutela del settore petrolifero.

Restano invece aperte le questioni relative alla realizzazione dell’Alta Velocità ferroviaria e al salvataggio di Banca Carige, me in entrambi i casi si tratta di scelte che ormai esulano dalla competenza del Parlamento. Infatti per quanto riguarda la Tav bisogna attendere la valutazione costi benefici che stanno facendo i tecnici del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, anche se la posizione legista è stata espressa bene anche ieri da sotttosegretario leghista all’Economia, Massimo Garavaglia, che ha twittato “La Tav è un’opera fondamentale per l’Italia, la Lega non ha dubbi. Ogni treno Tav sostituirebbe 60 tir autostradali ogni giorno. Questa è un’opera strategica”. Mentre sul fronte bancario spetta al ministero dell’Economia la scelta di quando e se, procedere alla nazionalizzazione dell’Istituto di credito genovese in base all’andamento dei dati patrimoniali della Carige.