L’Ue affondò le nostre banche. Adesso lo dice una sentenza. Lo stop al Fondo di garanzia scatenò la crisi. Ma Bruxelles sbagliava: non era un aiuto di Stato

Finirono in risoluzione quattro banche: Cassa di Risparmio di Chieti, Banca Etruria, Banca delle Marche e la Cari Ferrara

La Commissione europea ha fatto pagare un conto salatissimo ai cosiddetti truffati dalle banche, impedendo l’utilizzo del Fondo con cui si sarebbero potuti salvare i quattro istituti di credito poi finiti in risoluzione, che aprirono la crisi arrivata fino al dissolvimento delle Popolari venete. Ad affermare quello che in Italia è stato sin dal primo momento sotto gli occhi di tutti, seppure nel silenzio di chi – tra poteri politici dell’epoca, finanziari e grandi giornali – non disse quasi niente per non contrariare Bruxelles, adesso è ufficialmente il Tribunale Ue, che ha accolto il ricorso presentato su Banca Tercas, affermando che utilizzare il Fondo di garanzia interbancario non avrebbe configurato affatto un aiuto di Stato.

Insomma, potevamo facilmente scongiurare il fallimento di quattro banche – la Cassa di Risparmio di Chieti, Banca Etruria, Banca delle Marche e la Cari Ferrara – e la perdita secca per gli obbligazionisti e gli investitori, se non fosse stato per lo stesso atteggiamento negativo con cui la Commissione e in particolare il Commissario Margrethe Vestager ancora oggi frenano il rimborso fino a un miliardo e mezzo per i malcapitati travolti dalla caduta della Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

Un fatto gravissimo, come ha spiegato il parlamentare dei Cinque Stelle Gianluigi Paragone, accreditato come possibile presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle tragiche crisi bancarie degli scorsi anni. Sorprendentemente duro – ma solo ora che c’è la sentenza – anche il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, secondo cui alla luce della decisione del tribunale Ue il Commissario Vestager “farebbe bene a dimettersi”. Non c’è dubbio, d’altra parte, che l’interpretazione della Commissione europea sul Fidt (il Fondo Interbancario di tutela dei depositi) ha reso le nostre crisi bancarie più costose per i risparmiatori, gli investitori e le banche che sono subentrate a protezione, spendendo molto di più. Secondo Patuelli la sentenza del Tribunale Ue è un segno di vitalità e indipendenza delle istituzioni europee, anche se il giudizio arrivato adesso che sono scappati i buoi serve poco.

Severo anche il presidente della Commissione per gli Affari economici e monetari del Parlamento europeo Roberto Gualtieri (Pd). L’accoglimento del ricorso italiano – ha spiegato – chiarisce che non ci fu alcun aiuto di Stato e che la Commissione europea ha avuto torto in questi anni a impedire le misure preventive da parte dei Fondi di Garanzia, considerandole aiuti di Stato in modo improprio. Per Gualtieri si tratta quindi di una sentenza storica, che dà ragione a quanto sostenuto anche dal Parlamento europeo.