Usare il Mes senza condizioni. L’intesa di nove Paesi non basta. Sanchez, Macron & C. sposano la linea dell’Italia. Ma i falchi del rigore sui conti non mollano

La richiesta avanzata da Giuseppe Conte nei giorni scorsi ai partner europei era stata molto chiara: consentire l’accesso alle risorse del Mes per tutti gli Stati e “senza condizionalità”, cioè senza vincoli. Posizione ribadita dal premier, peraltro, anche durante l’incontro con le opposizioni, a cui ha confermato di non essere intenzionato a utilizzare il Fondo Salva Stati sulla base dell’attuale quadro regolatorio e di ritenere lo strumento degli Eurobond l’unico percorribile. “L’emergenza che stiamo vivendo non conosce confini. A livello europeo c’è necessità di uniformare le prassi sanitarie e di aumentare lo scambio di informazioni, soprattutto adesso, nella fase più acuta dell’epidemia. La risposta, anche sul piano economico-finanziario, deve essere poderosa, coesa, tempestiva”. Ha scritto ieri Conte su Facebook, rilanciando l’appello firmato da nove leader europei, tra cui il francese Emmanuel Macron e lo spagnolo Pedro Sanchez.

Nella lettera inviata al presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, i nove ribadiscono quanto sia “necessario lavorare su uno strumento comune di debito emesso da una istituzione europea per raccogliere fondi sul mercato sulle stesse basi e a beneficio di tutti gli stati membri, assicurando così finanziamento stabile di lungo termine per le politiche necessarie per contrastare i danni provocati dalla pandemia”. A sostegno dell’emissione di eurobond si è mossa anche la Bce, con Christine Lagarde che avrebbe preso in considerazione l’opzione Coronabond “una tantum”, legato cioè esclusivamente a quest’emergenza. A mettersi di traverso Olanda e Germania. Da Berlino anche ieri si è ribadito come si stiano mettendo in piedi “già una considerevole serie di misure per contrastare gli effetti economici del Coronavirus” a livello europeo.

E rimandando anche all’efficacia del Mes, in sostegno alla linea del presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno (nella foto): “L’Eurogruppo ha dato ampio sostegno a un Pandemic Crisis Support, nell’ambito del Mes, costruito nel quadro dell’attuale Enhanced Conditions Credit Line (Eccl). Il sostegno Mes sarà usato per i costi collegati all’epidemia, sanitari ed economici”. Ma un’intesa tra i ministri delle Finanze Ue ancora non c’è: si continua dunque a lavorare sul ruolo del Fondo Salva Stati per introdurre una linea di credito precauzionale ai Paesi che ne hanno bisogno, con l’incognita legata alle condizioni che potrebbero legare le mani all’ Italia, qualora decidesse di chiedere aiuto.

Il nodo è tutto qui: la linea di credito sarebbe accessibile a tutti, ma che ovviamente i fondi saranno a disposizione soltanto di chi ne farà richiesta. Il meccanismo non è da sottovalutare, perché il solo fatto di domandare l’apertura di una linea di credito rischia di esporre il Paese alle reazioni dei mercati. Per questo i governi del Sud premono per fare in modo che l’ accesso al credito venga aperto a tutti, o comunque a gruppi di Paesi.