Verifiche errate in Agea, promosso chi sbaglia

di Angelo Perfetti

E’ una sindrome tutta italiana. Non a caso la tradizione popolare ci ha persino regalato un proverbio (“Chiudere la stalla quando i buoi sono scappati”). E noi che… siamo rispettosi delle tradizioni, ci adeguiamo. Non solo, ma premiamo chi apre le porte della stalla, ossia chi direttamente o indirettamente provoca disastri. E’ accaduto con Cimoli, passato dalle Ferrovie ad Alitalia a suon di emolumenti milionari, con le conseguenze che conosciamo. Accade ora nell’Agea, reduce da una botta da 160 milioni di euro di sanzioni comminate dall’Ue per il mancato rispetto dei parametri sui controlli. Per quest’ultimo caso in particolare stiamo parlando della lettera di incarico con la quale il Direttore di Agea, dott. Guido Tampieri, ha assegnato la qualifica di “Responsabile della prevenzione della corruzione” a Giancarlo Nanni, attualmente Direttore generale (ad interim) con nomina del 14 luglio 2011 vergata dal Commissario Straordinario. A prima vista sembrerebbe una notizia positiva, un ulteriore stimolo al controllo non solo delle frodi (materia nella quale Agea, ossia l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura dovrebbe essere particolarmente attenta) ma anche delle possibili tentazioni rispetto alla corruzione. Nella realtà, però, ci sono parecchie cose discutibili, sulle quali vale la pena di fare qualche riflessione. E visto che all’Agea sono abituati a parlare di numeri, utilizziamo anche noi cifre. Quelle delle date, innanzitutto, che in questa storia sono più significative di quelle pubblicate nell’edizione di ieri e che parlavano di un disastro di 160 milioni di euro di contestazioni che l’Europa ci ha fatto proprio sui mancati controlli nel settore.

Le date
Le date, dicevamo. Circa due settimane fa la lettera di incarico di cui abbiamo parlato. Questa è stata emanata in attuazione dell’articolo 6 della Convenzione Onu contro la corruzione, adottata dall’Assemblea generale il 31 ottobre 2003. “Appena” dieci anni fa, dunque. Due lustri in cui non si è sentita l’esigenza di mettere sotto i riflettori il possibile limite tra spese autorizzate e abusi, tra potere di firma e possibile corruzione. Un decennio dove tutta l’attenzione era evidentemente destinata a far funzionare la macchina amministrativa dell’Agea in maniera impeccabile. Peccato che in questi anni siamo incappati nello scandalo delle Quote Latte e, come pubblicato ieri da La Notizia, anche da una serie di onerosissime sanzioni comminate dall’Unione europea che, alla fine, hanno ricadute nelle tasche dei cittadini. Tanto “per non dimenticare”, nel gennaio del 2012 il Commissario straordinario Mario Iannelli scrisse proprio a Nanni e al Sin (Sistema informatico nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura) per chiedere conto di una serie di informazioni riguardanti l’intero settore lattiero, dall’allevamento alla produzione alla vendita. Dati che non sono mai arrivati, perché Iannelli fu destituito in favore dell’arrivo di Dario Fruscio, che sospese le operazioni di fornitura dei dati. Nanni, ovviamente, ubbidì. Sull’efficacia del sistema dei controlli, dunque, qualche dubbio ce lo possiamo oggettivamente porre.

Le Fiamme Gialle
Transeat, andiamo avanti. Finalmente l’Agea scopre l’esigenza di mettersi in linea con i dettami dell’Onu, e promuove Nanni (delibera n.14 del 28 marzo 2013) al ruolo di supercontrollore. E lo fa dunque il mese scorso. Peccato che la decisione arrivi un po’ tardiva, non solo rispetto alla decennale sollecitazione dell’Onu, ma anche rispetto alle indagini che la Guardia di Finanza sta facendo proprio sul Sin, il cui contratto scadrà nel 2016. Nell’edizione di ieri abbiamo dato qualche particolare della vicenda. Oggi cerchiamo di andare più a fondo.
E’ noto che la Procura di Roma, in seguito anche a un esposto presentato da Almaviva, la società capofila del raggruppamento privati di Sin, abbia fatto un blitz negli uffici del Sin notificando due avvisi di garanzia – per abuso d’ufficio e appropriazione indebita – e prelevando diversi faldoni riguardanti diversi contratti siglati dall’azienda, in particolare il rinnovo delle licenze con Oracle e un incarico ad Ernst & Young.
Nel mirino della Guardia di Finanza anche l’uso di carte di credito aziendali per importi molto elevati riferiti a ristoranti, cinema, profumi. Le Fiamme gialle si sono mosse a marzo, il ministro Catania a gennaio aveva “avvertito” l’Agea: basta con le liti interne e controllate meglio. Anche in quel caso, avvertimento tardivo.

L’altra ipotesi
Eppure c’è chi mormora che questa possa essere alla fine un’inchiesta che come risultato finale avrà l’azzeramento del Sin, e dunque l’ipotetico ritorno alla gestione diretta da parte dei privati di tutte le attività di concessione. Il Sin – come istituto – in realtà avrebbe fatto risparmiare circa 60 milioni di euro evitando di far erogare soldi ad aziende in crisi, con cassa integrazione permanente al limite del praticabile e resistenti in vita solo grazie ai fondi pubblici.
Dunque una manovra anti-Sin quando in realtà il colabrodo sarebbe il Sian (Sistema informatico agricolo nazionale) al 51% di Agea, che ha come Direttore generale Nanni.

La rotazione
Uno dei punti cardini della direttiva Onu contro la corruzione, prevede espressamente la verifica “dell’effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività”. E su questo all’Agea, a guardare i (mancati) movimenti dei dirigenti degli ultimi dieci anni e più, Nanni avrà molto da fare.

L’ultima perdita di tempo
Proprio ieri la Commissione indipendente per la valutazione e l’integrità delle amministrazioni pubbliche ha informato che la comunicazione della nomina del Responsabile della prevenzione della corruzione dovrà pervenire esclusivamente con le modalità che la Civit renderà note a breve sul proprio sito istituzionale.
Pertanto, le amministrazioni sono invitate a sospendere l’invio della predetta comunicazione fino alla pubblicazione sul sito della nuova indicazione da parte della Commissione. Non c’è nulla da fare: a perdere tempo siamo fin troppo bravi.