Manipolazione di mercato. Questa è l’accusa sostenuta dalla procura di Trani nei confronti della Deutsche Bank di Francoforte. L’indagine riguarda la vendita di 7 miliardi di titoli di Stato italiani nel primo settembre del 2011. La Guardia di finanza di Bari nei giorni scorsi ha sequestrato documenti, tra carte ed email, nella sede milanese della Deutsche Bank. E sarebbero stati ascoltati anche diversi testimoni tra cui il responsabile italiano della banca tedesca, Flavio Valeri. Si tratta del presidente e consigliere delegato del Consiglio di gestione di Deutsche Bank Italia, che però occorre sottolineare risulta estraneo alle indagini in corso che riguardano esclusivamente le attività della sede tedesca della banca. Ma perché si indaga a Trani? Il pm Ruggiero, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, “ritiene di essere competente ad indagare in base all’articolo 10 del Codice di procedura penale. Secondo questa norma, in caso di reato commesso interamente all’estero da soggetti stranieri residenti all’estero, la competenza è del pm che per primo ha iscritto la notizia di reato”. L’ex management del gruppo Deutsche Bank avrebbe nascosto al Ministero dell’Economia italiano (Mef) la reale intenzione della Banca di ridurre drasticamente e velocemente il possesso di titoli del debito italiano in portafoglio che a fine 2010 ammontava a otto miliardi di euro. Allo stesso tempo comunicava ai Mercati finanziari la sostenibilità del debito sovrano dell’Italia.
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