Il Pd nega la realtà, Serracchiani parla addirittura di miracolo alle elezioni. E a Roma Guerini dà la colpa a Marino

Il Pd commenta le elezioni con toni ottimisti. E addirittura Debora Serracchiani parla di miracolo a Roma, mentre Guerini se la prende con Marino.

L’ordine di scuderia è chiaro: far finta che le elezioni amministrative 2016 siano state un successo. Anche a costo di negare la realtà. Il Partito democratico ha infatti commentato con toni positivi il risultato scaturito dalle urne. Il commento è stato affidato al vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani: “Si iniziano a delineare risultati importanti. A Milano si consolida il distacco di Sala rispetto a Parisi, è anche importante ricordare che in alcuni comuni abbiamo già vinto al primo turno. In molti di quei Comuni dove andiamo al ballottaggio il risultato è che occorre rincorrere per raggiungere il Pd e il centrosinistra”. E su Roma Serracchiani parla addirittura di “miracolo”. “Siamo assolutamente soddisfatti. Con la Raggi ci rivediamo tra 15 giorni, siamo convinti che un’ottima battaglia sul ballottaggio possa riservare sorprese”, ha affermato la numero due di largo del Nazareno.

Anche l’altro vicesegretario dei dem, Lorenzo Guerini, ha fornito una versione ottimista del voto alle comunali: “Il Pd può già dire che governerà in circa ottocento comuni”. E sulla situazione nella Capitale scarica le colpe tutte su Ignazio Marino. “A Roma sapevamo che si partiva da una situzione difficile ma confidiamo nei dati”, ha detto, attaccando il Movimento 5 Stelle: “Certo c’è un risultato importante per la Raggi a Roma, anche se è un risultato abbastanza isolato perché in altre città importanti il M5s non è in partita. Penso a Milano, penso a Napoli, Bologna, solo per citare le grandi città. In alcune realtà non si sono neanche presentati, come a Caserta e Salerno”.

Tuttavia dai candidati sindaci è stata fatta un’analisi meno edulcorata. “Il quadro nazionale è stato problematico per tutto il centrosinistra e Bologna non ha fatto eccezione”, ha dichiarato Virginio Merola, candidato nella città delle Due Torri. “Sapevamo che avremmo potuto affrontare il ballottaggio, quindi siamo pronti. Adesso non è semplicemente Merola contro Borgonzoni, è un referendum sull’idea di città che vogliamo. Noi proponiamo una città moderna, aperta, inclusiva e ci rivolgiamo a tutti i bolognesi che vogliono questo tipo di città”, ha aggiunto, cercando di smarcarsi dalle questioni nazionali. Anche Piero Fassino ha spiegato che bisognerà concentrarsi sulle questioni amministrative per vincere il ballottaggio. Una testimonianza che dietro i sorrisi di ordinanza, cresce la preoccupazione per l’arretramento dei consensi.