Il Far West del trasporto pubblico. Regioni in tilt sulle norme anti-Covid. Ignorate le raccomandazioni del ministro Speranza. E i governatori tornano a riempire treni, metro e bus

Prima il tira e molla sul distanziamento all’interno delle carrozze dei treni ad alta velocità, che ha creato notevoli disagi ai viaggiatori nello scorso fine settimana, e ora il Far West nelle regioni, con i governatori che procedono in ordine sparso. Sempre più difficile utilizzare in questo periodo i mezzi pubblici in Italia e una vera e propria impresa veder assicurate le necessarie misure di sicurezza per prevenire i contagi da Covid-19. Il ministro della salute Roberto Speranza con un’ordinanza ha subito reintrodotto l’obbligo di distanziamento a bordo dei treni ad alta velocità.

Nel trasporto locale però è una giungla. I governatori di centrodestra del Nord sono uniti contro il governo per superare il vincolo relativo al dimezzamento dei posti sui mezzi pubblici disposto sempre dal Ministero della salute. Liguria e Lombardia, in particolare, hanno tolto i diversi paletti relativi al distanziamento sociale e lo stesso vogliono fare il Piemonte e il Veneto. I contagi la scorsa settimana, complice la movida, in Italia sono tornati a crescere. Non ci sono più solo nuovi positivi legati ai cosiddetti casi d’importazione. Ma le destre al Nord non sembrano curarsene. “Il Piemonte non è nelle condizioni di eliminare il distanzamento a bordo dei mezzi pubblici come previsto dall’ordinanza del ministro Speranza”, ha dichiarato l’assessore regionale ai trasporti Marco Gabusi.

In Lombardia, dove il Covid-19 continua a farsi sentire pesantemente, si assiste poi a prese di posizione opposte nella stessa Milano, con Atm, la società che gestisce bus, tram e metropolitana, che vuole mantenere il distanziamento “in attesa di un chiarimento”, e Trenord che ha rimosso anche i cartelli di avviso delle varie limitazioni. Sulla stessa linea pure il governatore friulano Massimiliano Fedriga: “Il ministro D’Incà non scarichi sulle Regioni i contrasti interni al governo: l’incertezza creatasi sul trasporto pubblico è infatti tutta in capo all’esecutivo nazionale, tanto che molte Regioni hanno già operato le proprie scelte settimane addietro al fine di garantire una ripresa dei servizi di trasporto locale in piena sicurezza”.

“In attesa che a Roma finiscano di litigare, confermo l’ordinanza che permette la capienza massima dei mezzi”, aggiunge Luca Zaia. Liberi tutti dal 26 giugno anche in Alto Adige. E la situazione non cambia dove a governare è il centrosinistra. In Emilia Romagna infatti sui treni regionali si possono occupare tutti i posti già dal 25 giugno e il governatore dem Stefano Bonaccini non sembra disposto a tornare indietro. Ok poi a riempire i mezzi pubblici in Calabria e Sicilia. Dopo il caos del fine settimana e le accuse di non aver informato il collega Speranza della decisione di togliere i paletti sui treni ad alta velocità, interviene intanto il ministro dei trasporti Paola De Micheli.

“Il ministero dei trasporti non ha mai previsto il riempimento al 100%dei treni. L’8 luglio – ha precisato la titolare del Mit – abbiamo mandato al ministero della sanità, alla presidenza del Consiglio e alla conferenza questa ipotesi che consentiva un maggior riempimento dell’attuale 50%, che poteva arrivare al 70-75%, con regole di protezione sui passeggeri”. Ancora: “Abbiamo proseguito in questa valutazione e il 14 luglio le linee guida sono state introdotte nell’ultimo dpcm. Quando le aziende potevano realizzare queste novità ci siamo trovati di fronte ad un quadro epidemiologico mutato con qualche contagio in più e una curva in salita”.