Legnato a Legnano, beffato a Lecco. In Lombardia Salvini accusa il colpo. La Lega sfrattata dalla città di Alberto da Giussano. E il leader del Carroccio ora ammette: c’è un problema

Come se non fosse bastato il non esaltante risultato delle regionali, finito in parità con grande disappunto di Matteo Salvini che aveva pronosticato addirittura un sette a zero, a guastare ulteriormente la festa al capitano sono stati i risultati dei ballottaggi delle comunali nella “sua” Lombardia. Quattro a due, con una netta affermazione del Pd e del centrosinistra a scapito della Lega e del centrodestra. Il Capitano e i suoi perdono a Lecco, Legnano, Saronno e Corsico: in tre di questi comuni governavano e dove non governavano non sono riusciti ad imporsi, come a Mantova dove al primo turno ha vinto con ampio margine il sindaco uscente Mattia Palazzi del Pd.

Con i dem che si portano avanti e già sognano di strappare la Regione al centrodestra dopo 26 anni di dominio incontrastato: ipotesi ottimista, certo, ma neanche troppo forse, visto che è lo stesso leader leghista che, commentando la sconfitta per un pugno di voti del candidato del centrodestra Giuseppe Ciresa a Lecco ha ammesso che “In Lombardia non è andata come si aspettava. Mi dispiace per Lecco, perdere di 31 voti fa male. Sono strafelice per Viadana, per Voghera. Sono dati su cui riflettere, però abbiamo vinto in Comuni in cui non amministravamo. A Lecco c’era il centrosinistra, viene confermato il centrosinistra”, ha detto ieri a margine dell’assemblea di Confindustria di Cremona, affermando anche di essere molto soddisfatto per “l’ottimo risultato in Calabria”, dove poi nel pomeriggio si è recato personalmente per “ringraziare il neo sindaco della Lega, Roy Biasi, a Taurianova, nella Piana di Gioia Tauro: è una bella emozione e una grande responsabilità”.

E ancora: “Solo qualche anno sarebbe stato impensabile, ma quando hai gli uomini giusti, la squadra giusta, si corre, si lavora. In Calabria con pazienza, onestà, impegno, efficacia, abbiamo intenzione di dare una possibilità di scelta e di cambiamento a questa splendida terra. Poi a volte va bene, come a Taurianova, a Reggio è andata meno bene”. Reggio Calabria, appunto, dove il sindaco uscente di centrosinistra Giuseppe Falcomatà è stato riconfermato, in buona compagnia; nei ballottaggi il Pd si è imposto anche a Chieti, Andria e Aosta, mentre aveva già conquistato al primo turno già a Trento, Mantova e Trani. Il centrodestra ha riconfermato Brugnaro a Venezia e Ghinelli ad Arezzo ma in Toscana la Lega ha perso Cascina, espugnata al centrosinistra nel 2016 proprio dalla “leonessa” Susanna Ceccardi, candidata perdente nella sfida a governatore della regione, dove si è imposto il dem Eugenio Giani.

Nel Comune alle porte di Pisa, amministrato dalla europarlamentare del Carroccio prima di approdare a Bruxelles, si è imposto il sindaco dem Michelangelo Betti, con l’apporto determinante al ballottaggio del Movimento 5 Stelle. Una sconfitta simbolica, come lo è sicuramente quella – per tornare in Lombardia – a Legnano: si tratta infatti della città “feticcio” del Carroccio (almeno di quello delle origini…) dove si trova la statua di Alberto da Giussano, il leggendario eroe che al comando della Lega Lombarda nel 1176 sconfisse l’esercito di Federico Barbarossa. Ma, mentre Salvini sulla sconfitta a Legnano, commenta insolitamente laconico: “Gli elettori hanno comunque sempre ragione”, il governatore leghista Attilio Fontana imputa la non brillante performance del suo partito alla bassa affluenza: “Il vero grosso problema è quello legato all’affluenza: è stata bassa e ha penalizzato le scelte del centrodestra”.