L'Editoriale

Presi in giro come fu con Mussolini

Siamo alla polvere nascosta sotto al tappeto, mentre il dialogo con l'Europa langue tiriamo fuori altri soldi per far sparire i migranti.

Presi in giro come fu con Mussolini

Per la serie “prometti l’impossibile, vinci le elezioni e poi spera che gli italiani dimentichino”, ieri il Viminale ha comunicato che gennaio appena concluso è stato il mese col maggior numero di sbarchi di migranti dal 2016, e il secondo da dieci anni.

Se ne deduce che il blocco navale tanto sbandierato da Fratelli d’Italia era una balla sesquipedale, al pari di altre promesse delle destre. Di questa notizia, ovviamente, i giornali oggi parleranno pochissimo, per non disturbare una maggioranza zeppa di gente che definiva incompetenti i precedenti ministri 5 Stelle, e adesso invece ci propina i giureconsulti Delmastro e Donzelli.

Sui migranti, però, si stanno toccando vette di ipocrisia e sadismo senza precedenti. Col decreto Piantedosi, ideato per ostacolare i salvataggi in mare delle Ong, le navi umanitarie possono fare solo un recupero per volta e portare i naufraghi nel porto indicato, che è sempre più lontano dal Mediterraneo.

Così l’ultimo approdo dell’imbarcazione Geo Barents è stato consentito solo a La Spezia. Appena scesi a terra, i migranti però sono stati messi sui bus e spediti a Foggia, dove sarebbe stato più facile fare arrivare il mezzo navale dell’Organizzazione non governativa.

Siamo, insomma, alla polvere nascosta sotto al tappeto, mentre il dialogo con l’Europa langue e tiriamo fuori altri soldi per far sparire i migranti spostandoli da un punto all’altro del Paese, come ottanta anni fa si spostavano i carri armati per farli comparire agli occhi di Mussolini e di un’Italia presa in giro tanto allora quanto ora.