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Redazione

Con più verde nelle città 43mila morti in meno, ma le destre lo tagliano

Aumentano i decessi legati allo smog, per il report del Wwf con più verde nelle città ci sarebbero 43mila morti in meno l'anno.

Pubblicato il 30 Settembre 2023 di Marina Rossi
Con più verde nelle città 43mila morti in meno, ma le destre lo tagliano

La natura in città garantisce più salute e sicurezza alle persone. L’aumento del verde urbano potrebbe evitare fino a 43.000 morti all’anno nelle città europee. Secondo i dati della Commissione europea, nel nostro Paese oltre il 20% della popolazione non ha accesso alle aree verdi e nonostante questo il Governo ha operato un taglio di 110 milioni sui 530 previsti per la riforestazione urbana stanziati dal Pnrr.

È quanto emerge dal report del Wwf lanciato in occasione dell’iniziativa di Urban Nature che, con lo slogan “La Natura si fa cura”, invita tutti noi il 7 e 8 ottobre a dare il proprio contributo per aggiungere un pezzetto di verde alle aree urbane e per realizzare piccole ma preziose Oasi negli ospedali pediatrici italiani.

Il verde non c’è, superati i limiti per l’aria inquinata

Oggi il 99% della popolazione nel mondo respira aria inquinata che supera i limiti di qualità stabiliti dall’OMS, con gravi effetti sulla nostra salute. L’Italia è il primo Paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico, soprattutto per tumori da esposizione alle “polveri sottili” PM2,5.

L’espansione urbana cresce a dismisura in tutto il mondo a scapito della natura e della salute e sicurezza delle persone, tanto che oggi c’è una correlazione negativa tra la densità di popolazione e gli spazi verdi.

In Italia, ad esempio, cresce più il cemento della popolazione: impermeabilizzazione e cementificazione sono progredite negli ultimi 3 anni con una media di 19 ettari al giorno (l’equivalente di 26,5 campi da calcio), con importanti trasformazioni ed effetti collaterali negativi sul territorio, tra cui la perdita spesso irreversibile non solo di aree naturali selvatiche, ma anche di aree agricole, con seri rischi per la sicurezza alimentare.

Come denuncia oggi il WWF, inquinamento di aria, terra e acqua, stress, depressione e alienazione sono i principali effetti gravi della mancanza di natura nelle città. Le aree urbane coprono oggi quasi il 3% della superficie del Pianeta, producono oltre il 70% delle emissioni di carbonio e più del 50% dei rifiuti a livello globale, consumano tra il 60% e l’80% dell’energia e il 75% delle risorse naturali (alimenti e acqua). Cifre per altro destinate ad aumentare.

L’enorme impronta ecologica delle città e l’elevata concertazione di vite umane, attività e beni in una superficie ristretta rendono le città sempre più deboli e vulnerabili di fronte alle sfide del futuro come il cambiamento climatico. Ne sono un esempio le città italiane, in cui negli ultimi 43 anni gli eventi meteorologici estremi hanno portato oltre 22.000 morti complessivi e 100 miliardi di euro di danni economici.

Per il Wwf, serve un piano nazionale del verde urbano per la riforestazione delle città che preveda una progettazione sostenibile e adeguati programmi di manutenzione, dove tutti devono fare la loro parte: istituzioni, aziende e cittadini.

La formula proposta dall’Oms

L’Oms ha proposto una formula, supportata da numerosi studi scientifici, per garantire una “adeguata dose di natura” alle persone: la regola del 3-30-300, ossia 3 alberi tra ogni casa, 30% di copertura arborea in ogni quartiere, 300 metri di distanza massima da un parco o da uno spazio verde per ogni cittadino. Obiettivi, a oggi, lontani.

di Marina Rossi

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