Inquinamento, Tozzi: “Anziché adeguarci ai vincoli Ue ci facciamo multare”

È strage per l'inquinamento. Ma l'Italia non fa niente. A La Notizia il parere del climatologo e geologo, Mario Tozzi.

Inquinamento, Tozzi: “Anziché adeguarci ai vincoli Ue ci facciamo multare”

Stando all’ultimo report di Legambiente sull’inquinamento atmosferico, l’Italia ha il triste primato in Europa per decessi causati dallo smog “con più di 52mila morti all’anno dovuti al PM2.5”. Si tratta del “20% di quelli registrati in tutto il continente”. Professor Mario Tozzi, questi numeri la sorprendono?
“No, non mi sorprende affatto. La pianura Padana è il posto più inquinato d’Europa e lo sappiamo da sempre. Oltretutto noi abbiamo una grande quantità di veicoli per abitante, più di qualsiasi altro Paese europeo. In più, come noto, in questo tipo di smog particolare, il Pm2,5 ossia particelle ultrasottili, c’entrano anche gli allevamenti. Forse molti non lo sanno ma quest’ultimi sono la seconda causa di inquinamento. Mettendo insieme tutte queste cose, a cui se ne aggiungono anche altre, allora non possiamo restare stupiti davanti a dati tanto disastrosi”.

Lo stesso rapporto sostiene che in base alle regole attuali su 95 città italiane, ben 25 violano la legge superando i limiti giornalieri di Pm10. La situazione è destinata a peggiorare perché con l’entrata in vigore dei nuovi target europei, prevista per il 2030, saranno 3 città su 4 quelle fuorilegge. Crede che riusciremo a centrare gli obiettivi?
“Assolutamente no, non ci riusciremo. Certo ci sarà un miglioramento, probabilmente anche risibile, ma nulla di più. Glielo voglio dire chiaramente: non ci possiamo illudere perché non siamo mai stati un Paese ligio nel rispettare le direttive europee. Basti pensare al caso dei balneari dove l’Europa ci chiede da decenni di sistemare la situazione ma non lo abbiamo mai fatto, preferendo pagare ammende e multe. E la storia si ripeterà anche per la lotta all’inquinamento. Pensi che abbiamo protestato perché ci chiedono di eliminare i diesel entro il 2035 oppure perché dovremmo cambiare il modo di riscaldare casa”.

L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza. Eppure la politica, pur sapendo cosa dice la scienza in merito, continua a fare orecchie da mercante talvolta esprimendo posizioni negazioniste. Che giudizio dà alla classe dirigente che si comporta in questo modo?
“È stato fatto molto poco. A livello comunale i sindaci sono obbligati per legge a chiudere le città più grandi per non incorrere nel reato di omissione di atti d’ufficio, a livello regionale si cerca di creare normative stringenti che poi non vengono fatte rispettare. Siamo un Paese pieno di controsensi perché si chiudono i centri storici delle città ma non si rinnova con decisione il parco automobilistico che è vetusto e non si vira con decisione sull’elettrico. Le case continuano ad essere riscaldate con il gas. Insomma non stiamo facendo granché, anzi non stiamo facendo quasi nulla”.

Legambiente ha lanciato una petizione per chiedere al Governo Meloni risposte urgenti nella lotta allo smog. In particolare vengono proposti una serie di interventi a misura di città tra cui il passaggio dalle Ztl (zone a traffico limitato) alle Zez (Zone a zero emissioni). Crede che queste idee troveranno il favore delle amministrazioni locali e del Governo?
“Direi di no perché si continua a pensare che la mobilità debba essere soddisfatta dall’automobile privata. Ma nelle città non potrà essere così ancora a lungo perché sarà necessario vietare la circolazione delle automobili al fine di preservare la salute pubblica ed è bene che ce lo mettiamo in testa. Bisognerà potenziare il servizio pubblico e usare quello oppure automobili a emissioni zero, come le biciclette, i pattini o le auto elettriche, meglio se con servizi di car sharing. Tra l’altro le nostre città non possono sopportare la mole di traffico che c’è oggigiorno perché sono nate nel medioevo pensando alle carrozze e ai pedoni, non di certo alle auto”.

Secondo l’associazione ambientalista per ridurre l’inquinamento servono proposte shock. In particolare viene caldeggiato “un piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica e privata” attuando una “capillare diffusione di misure strutturali, come il Superbonus”. Funzionano questi tipi di incentivi?
“Si certamente possono funzionare e sono auspicabili purché si fanno in maniera controllata così da evitare frodi, problemi e critiche. Penso all’introduzione di un capitolato fisso, come si fa con la ricostruzione post terremoti, oltre il quale non si può andare”.

Intanto il governo di Centrodestra sembra aver messo in pausa la transizione ecologica puntando, invece, su trivelle, inceneritori di rifiuti e nucleare.
“Guardi al momento su nucleare e inceneritori non ci sono atti concreti mentre sulle trivelle si. Investire per tirare fuori più gas dal sottosuolo, come anche se lo si facesse per il petrolio, significa automaticamente bruciarli e quindi incrementare l’inquinamento. È chiaramente in contraddizione con gli accordi internazionali nonché un pericolo per la salute pubblica”.