È sconfortante l’indagine che ho letto su La Notizia (12 aprile, ndr) circa le diseguaglianze e le ingiustizie in Italia. Ho una pena infinita per le nuove generazioni.
Ida Bonfanti
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Gentile lettrice, la ricerca di Legacoop e Ipsos a cui si riferisce investe una quantità di fattori, come per esempio la percezione diffusa di un netto peggioramento nell’accesso al lavoro, alle cure mediche e alla proprietà della casa. Ma il dato forse più drammatico è il tracollo della speranza che i figli migliorino la posizione sociale rispetto alla famiglia di provenienza. Tale fiducia è precipitata negli ultimi 3 anni (casualmente gli anni del governo Meloni), specie nel ceto “popolare” che vale il 59% della popolazione e che è formato da 3 strati: la “classe media in declino” che si sente scivolare verso il basso, la “classe fragile” che fatica ad arrivare a fine mese, e la “classe povera” che ha meno del necessario. Ebbene, in tale 59% degli italiani la speranza di un ascensore sociale per i figli è diminuita in 3 anni del 15%, che è una cifra enorme, inquietante. I dati sono in linea con quelli del Rapporto Censis 2024, che evidenzia una sfiducia a valanga nei sistemi democratici: “L’84,4% degli italiani è convinto che i politici pensino solo a sé stessi e il 68,5% ritiene che le democrazie occidentali non funzionino più”. Per gli italiani, dunque, è cominciata la fine dell’uguaglianza e delle democrazie. Le ricordo che il Rapporto Censis non è un sondaggio usa-e-getta realizzato in 48 ore su commissione dei giornali, ma il più quotato studio demoscopico del nostro Paese, condotto nel corso di un intero anno.
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