All’indomani del colloquio telefonico tra il presidente americano Donald Trump e quello russo Vladimir Putin, Mosca rinvia la palla nel campo avversario. La Russia è pronta a continuare i contatti diretti con l’Ucraina per la pace e ora “tocca a Kiev”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova.
“È ovvio che la Russia sta cercando di prendere tempo per continuare la guerra e l’occupazione. Stiamo lavorando con i nostri partner per fare pressione sui russi affinché si comportino diversamente. Le sanzioni sono importanti e sono grato a chiunque le renda più tangibili per i responsabili della guerra”, replica Volodymyr Zelensky.
Mosca rinvia la palla a Kiev. Zelensky chiede all’Ue agli Usa nuove sanzioni
Insomma il leader ucraino continua ad alzare il tiro e a sollecitare nuove sanzioni da parte dei leader europei. Che non si fanno pregare due volte. “Ho appena parlato al telefono con Zelensky. Stiamo coordinando attentamente le prossime mosse. L’Europa ha appena adottato il suo 17esimo pacchetto di sanzioni severe. È in preparazione un 18esimo pacchetto con ulteriori sanzioni incisive. È ora di intensificare la pressione sulla Russia per ottenere il cessate il fuoco”, ha scritto sui social la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
Si muove anche Londra. Il governo britannico di Keir Starmer ha annunciato un ennesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia in risposta agli ultimi raid di droni di Mosca sull’Ucraina. “Gli ultimi attacchi” “mostrano ancora una volta che Putin è un guerrafondaio”, ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico, David Lammy.
Gli europei vorrebbero coinvolgere anche gli Usa nelle sanzioni alla Russia. A disposizione di Trump c’è il famigerato pacchetto elaborato dal senatore repubblicano Lindsey Graham che mira a “imporre sanzioni severe” alla Russia in caso di “rifiuto a negoziare un accordo di pace con l’Ucraina, violazione di un eventuale accordo nonché di una nuova invasione militare”. Ma Trump tergiversa.
Trump frena: le sanzioni a Mosca non sarebbero una buona idea
Le sanzioni alla Russia non sono una “buona idea”, è quanto avrebbe detto ai leader europei nel corso del colloquio seguito alla sua telefonata con Putin, secondo quanto riporta Axios. Trump non vuole imporre nuove sanzioni alla Russia, come hanno fatto Unione europea e Regno Unito, ha confermato Marco Rubio durante un’audizione al Senato, sottolineando che il presidente “crede che se ora si iniziano a minacciare sanzioni, i russi smetteranno i colloqui”.
Il segretario di Stato Usa ha dichiarato che, durante il suo viaggio a Roma, ha raccolto opinioni secondo le quali l’Europa vorrebbe la guerra, mentre gli Stati Uniti desiderano la pace, in un rovesciamento della situazione più consueta. Insomma il mondo sottosopra. Ovviamente i russi sono contrari alle sanzioni.
Mosca spera che l’amministrazione americana capisca che ogni “pressione” contro la Russia, comprese nuove sanzioni, sarebbe “uno strumento inutile e controproducente”, ha spiegato Zakharova. E l’ambasciata russa a Londra ha definito le nuove sanzioni decise dal Regno Unito nei confronti di Mosca “misure restrittive illegali”.
Se la cosiddetta ‘coalizione dei volenterosi’ inviasse soldati in Ucraina, ciò sarebbe considerato dalla Russia come una minaccia militare, con tutte le conseguenze del caso, ha poi avvertito Dmitry Medvedev, ex presidente russo e attuale vice segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale.
Leader Ue chiedono che anche l’Europa sia coinvolta nei negoziati Mosca-Kiev
Sempre secondo Axios, i leader europei che hanno parlato con Trump sono rimasti “sorpresi o scioccati” dalla “deferenza” del presidente americano verso il leader del Cremlino. Ma anche qui Rubio nega che Trump abbia fatto concessioni a Putin.
Quando poi il tycoon, sempre secondo Axios, ha detto ai leader Ue che Russia e Ucraina dovrebbero condurre negoziati bilaterali diretti senza mediatori, la premier italiana Giorgia Meloni e il cancelliere tedesco Friedrich Merz sono intervenuti e hanno insistito che Usa ed Europa siano coinvolti nei negoziati.
“Qualcuno deve fare da giudice”, avrebbe detto Meloni, mentre Merz ha proposto di tenere un incontro con tutte le parti. La premier avrebbe anche chiesto al presidente americano se non si potesse raggiungere un cessate il fuoco per almeno due settimane prima dei colloqui.