La decarbonizzazione è sempre più un miraggio, almeno per il settore dell’acciaio. La transizione energetica arranca e, addirittura, la capacità produttiva alimentata dal carbone è in netta crescita. A lanciare l’allarme è un rapporto del think tank Global Energy Monitor (Gem), che sottolinea come le cose non sono destinate a cambiare da qui al 2030. In particolare, dallo studio emerge che sono in fase di sviluppo altiforni ad alte emissioni con una capacità produttiva aggiuntiva che può raggiungere fino ai 303 milioni di tonnellate all’anno, soprattutto nei Paesi che producono più acciaio come Cina e India.
E così gli altiforni rappresentano la maggioranza della produzione ancora fino al 2030. Non un dato di poco conto, se consideriamo che la produzione di acciaio è responsabile di circa l’11% delle emissioni totali di gas serra. E che questo avviene principalmente a causa degli altiforni tradizionali che consumano carbone fossile. Peraltro entro il 2030 la domanda globale di acciaio supererà, secondo le stime di Gem, 2 miliardi di tonnellate. Nei prossimi cinque anni, l’attesa è che la diffusione della tecnologia dei forni ad arco elettrico (meno inquinanti) aumenterà del 24%. Ma, allo stesso tempo, la capacità degli altiforni crescerà del 7%, arrivando a rappresentare il 64% della produzione globale totale.
Altro che transizione, cresce l’impiego del carbone nella produzione dell’acciaio: occhi puntati sull’India
Decisivo sarà il ruolo dell’India e le misure che adotterà, considerando che si tratta di un Paese che rappresenta il 57% di tutta la nuova capacità di altiforni a carbone in fase di sviluppo. L’India, quindi, avrà un ruolo fondamentale per “rendere più ecologica una delle industrie più inquinanti al mondo”. L’India, infatti, punta ad aumentare la produzione di acciaio soprattutto per lo sviluppo dell’edilizia, mettendo a rischio gli sforzi globali per la riduzione delle emissioni di gas serra. Attenzione va posta anche sulla Cina, considerando che – secondo i dati Gem – Pechino è il più grande produttore di acciaio al mondo: nello scorso anno ha costruito 21 milioni di tonnellate di nuova capacità di altoforni, contro le 10 milioni di tonnellate dell’India.
La differenza è che in Cina il settore siderurgico è stagnante, mentre in India si prevede di raddoppiare la capacità di produzione entro il 2030. E le tecnologie a base di carbone ad alte emissioni di Co2 sono quelle che “dominano la capacità di produzione di acciaio in funzione e in fase di sviluppo” . Inoltre i nuovi impianti a carbone si affiancano a un parco di altiforni in India con un’età media bassa, di soli 25 anni, il che vuol dire che la loro sostituzione è lontana. E, infine, solo il 12% della capacità aggiuntiva prevista dal 2017 è stata realizzata. Insomma, le basse emissioni sono un miraggio.