Altro che mediatrice tra Usa e Ue, spazzato via il ponte di Giorgia

Le opposizioni oggi denunciano l'irrilevanza in politica estera di Giorgia Meloni: “Tutta selfie e zero risultati”.

Altro che mediatrice tra Usa e Ue, spazzato via il ponte di Giorgia

La raccomandazione di Donald Trump di dazi del 50% sull’Unione europea a partire dal primo giugno è, al di là di tutte le altre considerazioni che si possono fare sulla guerra commerciale in atto tra Europa e Stati Uniti, uno smacco per la premier italiana Giorgia Meloni.

A distanza di un mese dal suo viaggio a Washington, in cui si proponeva di rabbonire Trump sui dazi e di costruire il famoso ponte tra Ue e Usa, ha ricevuto a Palazzo Chigi, il 18 maggio, il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. “Ci sono materie che sono di competenza della Commissione europea. Il ruolo dell’Italia è aiutare il dialogo”, ha detto Meloni in quell’occasione.

Vance ha incoronato Meloni “pontiera”: oltre al danno la beffa

E Vance, le sue parole oggi suonano come una beffa, l’ha pure incoronata pontiera. “Una delle cose che il primo ministro Meloni si è offerto di fare e che ovviamente il presidente e io abbiamo siamo stati contenti di accettare è davvero quello di essere un costruttore di ponti tra Europa e Stati Uniti”, ha detto sempre il 18 maggio il vicepresidente degli Stati Uniti.

Le forze di maggioranza, soprattutto i Fratelli d’Italia di Meloni, hanno sprecato fiumi di inchiostro per celebrare quel trilaterale. Vale la pena riprendere qualche dichiarazione di allora. “Usa ed Europa oggi sono più vicine grazie a un grande lavoro diplomatico tessuto da Giorgia Meloni. Il presidente del Consiglio si conferma pontiera nel dialogo tra le parti e rafforza la centralità dell’Italia nel panorama internazionale”, disse il deputato di Fratelli d’Italia, Gianluca Caramanna.

“Dal primo momento – spiegò – Meloni ha sottolineato la necessità di abbassare i toni, evitare le prese di posizione che avrebbero arrecato un danno a tutti, mantenere i nervi saldi con l’obiettivo di aprire un negoziato sui dazi. L’incontro di oggi accorcia le distanze e rappresenta un grande successo perché apre di fatto al dialogo sul tema dazi che rischia di avere gravi ripercussioni sull’Italia sul piano economico”.

La maggioranza osannò il lavoro diplomatico di Meloni dopo il trilaterale con Vance e von der Leyen

E ancora. “Il grande successo del trilaterale di oggi certifica il ruolo dell’Italia come paese pontiere tra Europa e Usa”, dichiarò Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale.

“È evidente che il ruolo centrale dell’Italia consentirà al nostro paese di affrontare da protagonista i diversi dossier in campo, primi fra tutti quello sulle trattative in corso per la politica americana dei dazi e quello sui negoziati Ucraina/Russia nei quali l’unica voce credibile può essere soltanto quella dell’Europa unita”, puntualizzò Cirielli.

Le opposizioni ora chiedono il conto

“Ma Giorgia Meloni non doveva essere il ponte tra l’Unione europea e Stati Uniti? In realtà è stata il ponte verso Washington per garantire acquisto di gas americano e di armi. Adesso ci ritroviamo con dazi al 50% e, quindi, ancora una volta dimostra la sua inadeguatezza. Di certo c’è tracollo della produzione industriale in Italia, ceto medio impoverito, fasce della popolazione in difficoltà, addirittura un italiano su 4 a rischio povertà. Questi sono risultati”, denuncia il leader del M5S, Giuseppe Conte. “Da questa strettoia – aggiunge- se ne esce rimboccandosi le maniche e in modo compatto, a livello europeo, bisogna rispondere. Bisogna essere pronti a far capire a Washington che non siamo disponibili a subire una posizione di così svantaggio nel confronto, nello scambio commerciale e, se nel caso, minacciare a nostra volta anche contromisure”.

Ovvio che ieri, dopo l’annuncio di Trump, le opposizioni abbiano presentato il conto di quelle dichiarazioni. “Dov’è finita la ‘pontiera’ Meloni che, con il viaggio da Trump, voleva mediare tra Usa e Ue per risolvere il nodo dei dazi? Il risultato: la promessa di regalare decine di miliardi di euro in soldi pubblici italiani a Trump per acquistare gas e armi. Ora lui rilancia con dazi al 50%. Un disastro targato Meloni!”, dichiara Angelo Bonelli di Avs.

“Mentre Salvini sul Ponte Stretto piccona irresponsabilmente il Quirinale e il Capo dello Stato, il ponte della Meloni fra Unione europea e il suo amico Trump crolla miseramente”, aggiunge Nicola Fratoianni, sempre di Avs.

“Abbiamo bisogno che l’Europa negozi per sventare una guerra commerciale che pagherebbero anzitutto imprese e lavoratori italiani. E lo dobbiamo fare avendo bene in testa che il ruolo dell’Europa è fondamentale, ma pure il ruolo che potrebbe avere l’Italia se avessimo un governo che decide di stare nella relazione irrinunciabile con gli Stati Uniti a testa alta, anziché per ragioni di bandiera piegare la testa anche quando l’Europa viene attaccata, umiliata e colpita nei suoi interessi economici”, attacca la leader dem Elly Schlein.

Meloni “tutta selfie e zero risultati”

“Una settimana fa le forze di maggioranza inneggiavano alla grande trattativa portata avanti dalla Meloni fra Usa e Ue. Oggi Trump ci informa che non è servita a nulla e annuncia nuovi dazi. L’inconsistenza in politica estera della Meloni è tutta qui, selfie a valanga e zero risultati”, dice il segretario del Psi, Enzo Maraio.

Per Giovanni Barbera, di Rifondazione Comunista, “Giorgia Meloni che da mesi ci assicura di avere ‘relazioni privilegiate’ con il mondo intero, oggi viene trattata da Trump come una comparsa in un reality show di bassa lega. Altro che mediatrice: al massimo le hanno concesso un selfie e un buffet di finger food. Il risultato? L’Europa sotto ricatto economico, l’Italia muta e genuflessa e la Meloni che continua a raccontare favole, mentre il gigante americano ci prepara la batosta”.

Attacca anche il leader di Iv, Matteo Renzi: “Il provincialismo di chi ha passato la settimana a farci vedere la foto di Vance e Von der Leyen che erano finalmente pronti a fare l’accordo grazie al ponte della Meloni dovrebbe nascondersi per pudore. Ma quale ponte?!? In politica estera Giorgia Meloni non conta assolutamente nulla e lo stiamo vedendo sulla nostra pelle, purtroppo”.