“Per la Sanità la coperta è corta, ma per le armi i soldi si trovano”: parla il capogruppo del M5S in Commissione Affari Sociali della Camera, Quartini

"la maggioranza ci dice che non può mettere risorse sulla sanità, ma non esita a metterle sulle armi": parla Quartini (M5s).

“Per la Sanità la coperta è corta, ma per le armi i soldi si trovano”: parla il capogruppo del M5S in Commissione Affari Sociali della Camera, Quartini

Andrea Quartini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali della Camera, lei ha presentato una proposta di legge sul “finanziamento, l’organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario nazionale”, nonché di “delega al Governo per il riordino delle agevolazioni fiscali relative all’assistenza sanitaria complementare”. Ci spiega meglio?
“La proposta di legge ci avrebbe permesso di affrontare le numerose criticità del nostro Servizio sanitario nazionale con misure strutturali, puntando su finanziamenti adeguati, equità territoriale, trasparenza, digitalizzazione e riorganizzazione del personale e delle prestazioni. E sulla restituzione di un ruolo centrale al merito, togliendo la sanità dalle mani della politica e combattendo l’odiosa prassi della nomina di partito delle direzioni aziendali. Il nostro obiettivo era di garantire universalità, qualità e sostenibilità del sistema sanitario, in linea con i principi costituzionali. L’esatto opposto di ciò che sta facendo il governo Meloni, che sta trasformando quei principi in privilegi per pochi e il SSN in centro appaltante ai suoi amici della sanità privata. Un sistema che finisce per lucrare sul dolore e sulla salute dei cittadini, una vergogna assoluta”.

Come ha reagito la maggioranza alla sua proposta di legge che è andata in Aula?
“Ha gettato la maschera, ha scelto di non salvare la sanità pubblica per continuare il suo scellerato progetto di privatizzazione occulta. E lo ha fatto nel modo peggiore, evitando di discutere nel merito e usando il pretesto della mancanza di coperture. In Commissione hanno bocciato i nostri emendamenti che le prevedevano e in Aula non ce li hanno nemmeno fatti votare. Metà degli articoli di legge, peraltro, erano a costo zero e alcuni permettevano addirittura di recuperare risorse. Tutti cancellati con la solita, insopportabile scusa: la coperta è corta, le risorse non ci sono. Eppure, Meloni ci racconta, rivendicandolo con orgoglio, che è necessario spendere il 5% del PIL per la spesa militare”.

La Corte dei Conti ha parlato di “vergognoso, per un Paese civile, fenomeno della lista d’attesa”. Il governo non ha alibi.
“E non solo la Corte dei Conti. Anche Gimbe e l’Istat si sono espressi con dati inequivocabili e non parliamo certo di sovversive organizzazioni politiche. Il governo si arrampica sugli specchi con dati confusi e incompleti diffusi dal ministero, ma i numeri veri sono impietosi e dicono ben altro: un italiano su 10, quasi 6 milioni di cittadini, ha almeno una volta rinunciato a una visita o un esame nel SSN. Due anni fa erano poco più di 4 milioni. Chi ha rinunciato proprio a causa della lunghezza delle liste d’attesa è passato da 2 milioni e mezzo nel 2022 a 4 milioni nel 2024. Chi ha rinunciato per regioni economiche da meno di due milioni a più di tre. Questi sono i numeri, veri e drammatici, che certificano il clamoroso fallimento del governo nella gestione delle liste d’attesa. Il tutto a poco più di un anno da un decreto elettorale spacciato come soluzione a ogni problema. In realtà, non solo non sono riusciti a migliorare la situazione, ma l’hanno addirittura peggiorata”.

Che ne pensa dell’ultima bozza presentata dalla maggioranza sul fine vita?
“È assolutamente irricevibile. Noi pensiamo che sia folle la previsione di un comitato etico di nomina governativa, perché apre a uno scenario inquietante nel quale la posizione su temi così delicati cambierà in base al governo di turno. Più che etico, un comitato ideologico. Ma ci preoccupa anche il passaggio sulle cure palliative, perché il percorso nel quale la maggioranza vorrebbe inserire i pazienti non è previsto dalla sentenza della Consulta e mette in discussione alcuni diritti. Per non parlare del riferimento alla ‘tutela della vita a partire dal concepimento’, che sembra sorridere agli antiabortisti. Come sempre, questa destra è sorda al grido di dolore della comunità civile, che chiede a gran voce un passo avanti per il Paese e di tutelare la dignità della vita fino all’ultimo istante”.

La sanità soffre, il welfare soffre, però il governo è in prima linea per dire sì alla follia del riarmo.
“Siamo al ridicolo: la maggioranza ci dice che non può mettere risorse sulla sanità, ma non esita a metterle sulle armi. Ci confessa che non vuole spendere per avere più posti letto e ospedali, ma arriva a stanziare 445 miliardi in più nei prossimi dieci anni per missili e carri armati. È evidente: all’economia della salute e della vita Meloni preferisce l’economia di guerra e della morte”.