Cimiteri fantasma in Svezia: anatomia di una Fake News utile ad alimentare la narrazione bellicista

Guido Crosetto e i cimiteri in Svezia: la propaganda bellica ora si alimenta anche con le sepolture simboliche.

Cimiteri fantasma in Svezia: anatomia di una Fake News utile ad alimentare la narrazione bellicista

Nel paese dove l’aumento della spesa militare viene venduto come un’assicurazione sulla pace, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha trovato il modo più efficace per seminare inquietudine: evocare un gigantesco cimitero in Svezia, progettato per accogliere il 5% della popolazione. “Una notizia che mi ha colpito profondamente”, ha detto, il 3 luglio, in audizione alla Camera. Peccato che sia falsa.

Secondo Crosetto, la Svezia starebbe “mettendo in costruzione un cimitero che possa ospitare il 5% della sua popolazione”, cioè oltre 500 mila persone. Una cifra mostruosa, citata per giustificare l’allarme sulla potenza militare della Russia e la conseguente corsa al riarmo dell’Europa. Ma, come ricostruito da Pagella Politica, quella notizia è un cortocircuito tra allarmismo, disinformazione e propaganda bellica.

Da Göteborg a Stoccolma: anatomia di una balla

Tutto nasce da un fatto vero, ma locale: nel dicembre 2024, alcune testate svedesi riportano che la Chiesa di Göteborg – seconda città del Paese – sta cercando dieci ettari di terreno per eventuali sepolture d’emergenza. Si parla di 30 mila persone, il 5% della popolazione cittadina, non di quella nazionale. Il piano, coordinato con l’Agenzia svedese di protezione civile, rientra nella pianificazione per le crisi. Niente a che vedere con una “enorme necropoli nazionale” in costruzione. Non esiste, non è prevista, non è mai stata annunciata.

Eppure, da Göteborg a Stoccolma, poi all’intera Svezia, il passo è breve per chi ha bisogno di un nemico incombente e di un argomento a effetto. Alcuni media italiani hanno rilanciato l’equivoco, talvolta con titoli ambigui. Ma Crosetto, anziché verificare, ha trasformato la suggestione in certezza istituzionale. Perché, in tempi di furore bellicista, non si cercano conferme: si scelgono le paure da coltivare.

Il 5 per cento, standard tecnico. Non profezia di guerra

Il documento citato da Pagella Politica chiarisce che il 5% è uno standard tecnico: una soglia orientativa per le parrocchie, utile a stimare quanti posti servano in caso di eventi eccezionali. Non un oracolo di morte, non un bollettino di guerra. La stessa Chiesa di Svezia ha precisato che non esiste alcuna minaccia imminente e che le misure sono preventive, ispirate a criteri di prudenza, non di panico.

Nel gennaio 2025, lo Svenska Dagbladet, uno dei principali quotidiani svedesi, ha smentito categoricamente l’ipotesi di un maxi-cimitero nazionale. La stessa Agenzia per la protezione civile ha precisato che la notizia di Göteborg non è collegata al recente opuscolo governativo distribuito alle famiglie svedesi (“In caso di crisi o di guerra”) e che nessuna allerta specifica ha motivato la ricerca di nuovi terreni. Ma queste precisazioni non fanno notizia. O meglio: non servono a costruire consenso.

Crosetto, sacerdote della deterrenza

In fondo, il cimitero fantasma è la metafora perfetta dell’attuale retorica bellica: un’ombra evocata per giustificare spese reali, un’invenzione utile a manipolare la percezione del pericolo. La guerra, ancora una volta, comincia dalle parole. E quando un ministro confonde Göteborg con la Svezia intera, un’iniziativa locale con una decisione di Stato, non è solo disattento. È funzionale. Ai bilanci della Difesa, alla narrativa del conflitto, all’imperativo del riarmo.

Chissà se, oltre al cimitero che non esiste, Crosetto avrà voglia di visitare le tombe vere di chi la guerra l’ha già pagata. O se anche quelle finiranno in un altro discorso ad effetto, per giustificare l’inevitabile.