Il futuro dell’auto in Ue passa per il Green deal e per l’obiettivo di veicoli a zero emissioni entro il 2035. Un passo indietro, come propongono alcuni Paesi tra cui l’Italia, avrebbe un costo altissimo, secondo lo studio pubblicato da Transport & Environment, un’organizzazione indipendente per la decarbonizzazione dei trasporti. La Commissione Ue, intanto, ha fatto sapere che la revisione dello stop ai motori a benzina e diesel nel 2035 verrà ridiscusso non prima del secondo trimestre del 2026, ma qualche modifica non è da escludere.
Auto, lo stop al Green deal può costare caro all’intero settore
Il che, secondo lo studio, può rappresentare un problema, perché l’industria europea – proseguendo verso questo target e con politiche a sostegno della transizione – può riportare la produzione ai livelli post-crisi del 2008, ovvero al picco di 16,8 milioni di veicoli l’anno. Se, invece, si rinunciasse al target del 2035, in assenza di una strategia coerente, il costo potrebbe essere elevato: a rischio ci sono fino a un milione di posti di lavoro con una flessione di 90 miliardi per la filiera dell’auto in Europa.
Inoltre, si dovrebbe sommare a questo anche la perdita di due terzi degli investimenti nel comparto batterie. In caso di conferma delle emissioni zero, inoltre, il valore economico della filiera può aumentare dell’11% rispetto a oggi. E, ancora, la perdita di posti di lavoro legati alla manifattura termica verrebbe più che compensata dalla creazione di 100mila nuovi posti nella produzione di batterie e altri 120mila nel settore della ricarica. In conclusione, per l’associazione è necessario confermare gli obiettivi di Co2 per auto e furgoni fissati al 2035, accompagnandoli con incentivi per la produzione di batterie. Anche per il futuro dell’industria dell’auto.