Renzi non ha digerito le critiche di Piersilvio Berlusconi che di lui ha detto: “Non ha mordente, ha perso credibilità”. E ha interrotto i rapporti con la Mondadori che pubblicava i suoi libri.
Vera Corsini
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Gentile lettrice, temo un’ondata di suicidi tra i vertici della Mondadori: se ne va il Cervantes dei mulini a vento, il Dante dell’inferno tragicomico, l’Omero della balla pindarica. La verità è che Renzi è un Berlusconi che non ce l’ha fatta. Né a diventare ricco come lui né a sparare panzane come lui. Ok, incassa bei soldi, ma la cifra che lui raccoglie in un anno Berlusca la guadagnava in un giorno. Ok, inventò il “via le accise dalla benzina”, poi imitato da Salvini, Meloni & C., ma Berlusconi volava più alto: “Meno tasse per tutti”, “Creerò un milione di posti di lavoro”, “Pensioni minime a mille euro al mese”, “La dentiera gratis ai pensionati”. Vuole mettere? Berlusca lascia alla Storia un patrimonio di panzane inimitabile. Per carità, non voglio sminuire la gigantesca opera politica renziana, sono consapevole dei suoi enormi demeriti: per esempio firmò il patto di Dublino sui migranti (tutti gli irregolari all’Italia in quanto “porto di primo approdo”) in cambio dell’elasticità per distribuire gli 80 euro pre-elettorali. Tentò anche di rifilarci un “ritocchino” alla Costituzione (solo 116 modifiche), inclusa la finta abolizione del Senato che anziché essere eletto sarebbe stato “nominato” (da lui, nelle intenzioni) e per giunta i non-eletti avrebbero goduto dell’immunità parlamentare. Però in fondo è robetta. Diciamo che Renzi fu un Gianburrasca, o se vuole un Berlusconi dei poveri.
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