Golden power contro le regole: bocciatura Ue sulle banche

Lettera dell'Ue contro il golden power del governo sull'offerta di Unicredit su Bpm: il governo collabora, Salvini attacca.

Golden power contro le regole: bocciatura Ue sulle banche

Una bocciatura scontata e annunciata. Dall’Ue arriva l’atteso richiamo della Commissione nei confronti del governo per l’applicazione del golden power nell’offerta di Unicredit su Banco Bpm. Il decreto con cui Palazzo Chigi ha deciso di esercitare i poteri speciali viene ritenuto una probabile violazione del regolamento Ue, come sottolineato nella lettera inviata dalla Commissione all’Italia. Si tratta di un parere preliminare nel quale si sostiene che il decreto del 18 aprile “potrebbe costituire una violazione dell’articolo 21 del regolamento Ue sulle concentrazioni” e di altre disposizioni del diritto comunitario. 

Risiko bancario, l’Ue contro il golden power su Unicredit: la doppia linea del governo

Dal governo italiano arrivano reazioni ambigue, con Palazzo Chigi che assicura collaborazione e il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, che chiede all’Ue di evitare di “rompere le scatole”. Il governo italiano assicura uno “spirito collaborativo e costruttivo” e spiega che “risponderà ai chiarimenti richiesti così come già fatto in sede giurisdizionale dinanzi al Tar nei termini e con motivazioni ritenute già legittime dai giudici amministrativi”. Proprio la decisione del Tar, invece, viene letta all’opposto da Unicredit, secondo cui i giudici hanno ritenuto fondato il ricorso della banca milanese contro il golden power. L’istituto guidato da Andrea Orcel, tra l’altro attacca chi ha messo in atto “comunicazioni e campagne ingiustificatamente aggressive e spesso fuorvianti” sull’offerta.

Tornando alla lettera della Commissione, invece, ben diversa è stata la reazione di Salvini: “Penso che l’Ue abbia cose più importanti delle quali occuparsi, per esempio trattare con gli Usa” sui dazi. Quindi, “invece di rompere le scatole al governo italiano su balneari, spiagge, motorini, auto elettriche e banche si occupi di poche cose, serie e lo faccia bene”. Insomma, secondo Salvini l’Ue non deve mettere bocca negli affari italiani, anche quelli disciplinati da normative europee. Per Salvini, quindi, “il sistema bancario e creditizio è un asset strategico per il Paese” e “l’Italia può e deve normare come ritiene senza che da Bruxelles nessuno si permetta di intervenire”.

Il parere della Commissione rappresenta “un’altra figuraccia internazionale del governo”, secondo l’europarlamentare dei 5 Stelle, Gaetano Pedullà. “Siamo davanti a un governo dirigista che, in pieno stile sovietico, applica delle regole agli amici, altre invece a chi fa impresa e non risponde a logiche di potere”, afferma l’eurodeputato. Per Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, tra Tar e Commissione si tratta di una “sconfitta su tutta la linea” per il governo, che ora dovrebbe “ritirare il golden power”.