Inchiesta sull’urbanistica a Milano, sentiti dal Gip i sei indagati eccellenti. Tancredi: “Ho sempre agito nell’interesse del Comune“. Intanto la Procura segna un punto col filone Park Towers

Attesa per le decisioni del Gip sugli arresti richiesti dalla Procura. L’ex assessore Tancredi risponde al giudice e difende se stesso e Sala

Inchiesta sull’urbanistica a Milano, sentiti dal Gip i sei indagati eccellenti. Tancredi: “Ho sempre agito nell’interesse del Comune“. Intanto la Procura segna un punto col filone Park Towers

“Ho sempre agito per interesse del Comune di Milano”. Sono le parole pronunciate ieri dall’ex assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, durante l’interrogatorio preventivo davanti al gip Mattia Fiorentini chiamato a decidere sulla richiesta di arresto (ai domiciliari) per lui e per altri sei indagati eccellenti nell’inchiesta sull’urbanistica che sta terremotando Milano. Le accuse per loro, a vario titolo, sono corruzione, induzione indebita e falso nelle dichiarazioni sui conflitti di interesse.

Tancredi risponde al Gip e difende se stesso e Sala

Un faccia a faccia durato un’ora e mezza, nel quale Tancredi, decidendo di rispondere alle domande, ha difeso il proprio operato e quello del sindaco Beppe Sala (indagato), senza scaricare alcuna responsabilità sul primo cittadino. Ha detto di non aver mai agito per denaro, né di aver percepito “utilità”, o per avvantaggiare l’ex presiedente della commissione paesaggio, Giuseppe Marinoni, come si legge in una delle imputazioni che gli viene rivolta dalla Procura per non aver sollevato i “conflitti d’interesse” con gruppi privati dell’architetto pur essendone consapevole.

Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, alla domanda se la sospensione da dirigente del Comune e le dimissioni da assessore, facciano venire meno le esigenze cautelari per Tancredi, ha risposto: “Questa è una valutazione che compete al giudice”.

Scena muta per Marinoni

Linea difensiva opposta quella scelta, invece, da Marinoni (ritenuto il “procacciatore d’affari”, dominus della commissione paesaggio), che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Secondo quanto si legge nella memoria difensiva depositata dal suo legale, la procura avrebbe riportato negli atti “giudizi morali”, più che “elementi concreti” e la “sproporzionata ampiezza dell’indagine” sarebbe stata “impostata come un processo alla speculazione edilizia nei confronti dell’intera città di Milano”.

“Quando dovesse essere risolto tutto tra 5 anni”, ha detto Marinoni ai giornalisti, “vi voglio qui non unicamente quando serve rimestare il pentolone, ma anche quando si saranno chiarite molte cose. Ho letto le carte e sono sereno perché mi fido della giustizia italiana”. E circa l’esistenza di numerosi conflitti di interessi, ha aggiunto: “I magistrati dicono di sì e sarà mio compito dimostrare di no”.

Catella: “Ho detto tutto ciò che potevo dire“

“Tutto quello che potevo dire l’ho detto”, ha spiegato invece Manfredi Catella, Ceo di Coima, accusato di corruzione e induzione indebita, per il quale i pm Marina Petruzzella, Mauro Clerici e Paolo Filippini hanno chiesto i domiciliari. Nell’interrogatorio durato oltre un’ora “ho risposto a tutte le domande, il giudice mi ha dato la possibilità di spiegare”, ha detto.

Il Gup dà ragione alla Procura nel procedimento Park Towers

Ma ieri, oltre agli interrogatori sul filone più mediatico dell’inchiesta, quello che vede 74 indagati tra i quali anche Sala, l’attenzione era puntata su un’altra aula del palazzo di giustizia, quella dove si è svolta l’udienza preliminare per l’indagine sulle Park Towers di Crescenzago, uno dei tanti progetti finiti sotto la lente dei magistrati. L’udienza si è conclusa col rinvio a giudizio, da parte della gup Alessandra Di Fazio di tutti i sei indagati, compreso l’imprenditore Andrea Bezziccheri (indagato anche nel filone di Sala e Tancredi e interrogato ieri).

Un grande punto a favore delle tesi della procura, visto che in quel processo – che riguarda la costruzione di due torri di 23 e 16 piani alte 81 e 59 metri, sorte al posto di due fabbricati di due piani e un piano, grazie a una semplice Scia – agli imputati erano contestati gli stessi reati dei quali sono accusati i sei indagati per i quali i pm chiedono gli arresti, cioè lottizzazione abusiva.

Accolta la tesi dei Pm sulle torri

La Gup ha accolto l’ipotesi accusatoria della Procura, secondo la quale attraverso una asserita ristrutturazione, si erigevano in realtà nuove costruzioni, grazie all’illegittimo ricorso a una scia, al posto del necessario permesso a costruire.

I pm lamentano anche l’assenza di piani attuativi e di valutazioni dell’aggravio di carico urbanistico (parchi, strade, fognature, acqua, luce, gas, asili), nonché una monetizzazione degli standard ampiamente sottostimata. Tra i rinviati a giudizio, oltre a Bezziccheri, anche il progettista delle Torri,  il rappresentante legale della società che ha eseguito i lavori e tre funzionari comunali.