L'Editoriale

Dire Palestina fa paura solo agli ipocriti

Dire Palestina fa paura solo agli ipocriti

Forse conviene ripassare le proporzioni. Perché mentre gli opinionisti dell’equidistanza misurano il coraggio politico con il metro della convenienza e i politici della prudenza diplomatica affogano in formule svuotate da ogni senso, la realtà si incarica di ricordare chi sta dalla parte giusta della storia.

Il riconoscimento della Palestina da parte della Francia non è un atto rivoluzionario: 147 Paesi Onu lo hanno già fatto, tra cui la Svezia dal 2014, la Spagna, l’Irlanda, la Slovenia, l’Armenia e persino lo Stato del Vaticano.

È una scelta che avrebbe dovuto essere ovvia. E invece oggi, nel pieno di una carneficina sistematica, ha un peso politico enorme. Perché oggi non si può far finta di niente. O si sta. O si tace. O si è complici.

Macron ha scelto di stare. L’Italia no. L’Italia è quella che tiene in piedi memorandum militari con un governo che assedia ospedali, bombarda tende, affama bambini e chiama tutto questo “sicurezza”. L’Italia è quella dove il ministro degli Esteri riesce a dire che “il riconoscimento della Palestina deve avvenire in contemporanea con quello di Israele”, ignorando che Israele è riconosciuto dal 1949, e che la Palestina, tramite l’Olp, lo ha fatto già nel 1993. Non è cautela: è fuga dalla realtà.

Nel 1948 l’Algeria fu il primo Paese a riconoscere la Palestina. Poi seguirono 80 nazioni. Oggi sono tre quarti dell’Onu. E se questo non basta, ci pensi chi in Italia si aggrappa al falso equilibrio per lavarsi la coscienza: la Spagna, con Pedro Sánchez, ha scelto di riconoscere la Palestina dopo i raid a Gaza. Lo stesso ha fatto la Norvegia. Il Messico ha accolto l’ambasciatrice palestinese. Il mondo si muove, l’Italia si inginocchia.

Non è tempo di sfumature, né di cavilli diplomatici. Quando un popolo viene spogliato della propria terra, murato vivo, bombardato e poi accusato di esistere, non serve cautela. Serve giustizia. Chi oggi esita davanti a un riconoscimento simbolico, domani dovrà giustificare la propria viltà davanti alla Storia. E non ci sarà nota diplomatica che tenga.