Putin flirta con Trump alla vigilia del vertice in Alaska: Russia e Usa ora sono più vicini

Alla vigilia del vertice in Alaska, Putin flirta con Trump e le posizioni tra Usa e Russia iniziano a sembrare più vicine.

Putin flirta con Trump alla vigilia del vertice in Alaska: Russia e Usa ora sono più vicini

Un giorno prima del suo incontro con il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, Vladimir Putin ha valutato positivamente gli sforzi statunitensi per porre fine alla guerra russa contro Kiev. “Sforzi molto energici e sinceri per uscire dalla crisi e raggiungere accordi che soddisfino tutte le parti coinvolte”, ha dichiarato il presidente russo, secondo quanto riportato dal Cremlino oggi, mentre l’esercito russo continua la sua avanzata nell’Ucraina orientale, conquistando i villaggi di Iskra e Shcherbynivka nella regione di Donetsk, secondo i bollettini ufficiali del Ministero della Difesa.

Insomma una lusinga, con alla fine un avvertimento: la questione è particolarmente complessa e non ci sono soluzioni facili, soprattutto se non accontentano il Cremlino. Per domani un faccia a faccia nella terra dei ghiacci, a cui Trump oggi assegna un 25% di possibilità di fallimento. Sia la Casa Bianca che il Cremlino dicono di ritenere reale la volontà dell’altro di arrivare a una soluzione, senza anticipare formule o proposte. In effetti il rapporto tra i due leader è considerato complesso da più parti.

Il vertice tra Trump e Putin in Alaska

Appuntamento in Alaska con “colazione di lavoro” insieme con le delegazioni, ma prima un faccia a faccia tra Trump e Putin, con la sola presenza di interpreti, alle 21.30 italiane, le 11.30 ad Anchorage. È stato proprio il Cremlino ad annunciare per primo l’orario di inizio dei colloqui previsti per venerdì 15 agosto tra Trump e il collega russo, che da anni non vede di persona un omologo statunitense in carica: l’ultimo è stato Joe Biden nel 2021. Ma, escludendo gli appuntamenti alle Nazioni Unite, l’ultima visita su suolo statunitense risale a un periodo ancora più lontano: nel 2007, George W. Bush lo invitò nella tenuta di famiglia nello stato del Maine.

Dopo i colloqui è prevista una conferenza stampa, che potrebbe essere congiunta, tra Putin e Trump. Il tema principale sarà la guerra della Russia in Ucraina, ma non dovrebbero mancare anche altre sfumature, relative ai rapporti bilaterali e commerciali tra Mosca e Washington DC. L’incontro è osservato dagli europei e dagli stessi ucraini da una distanza quasi siderale, con evidente preoccupazione. In effetti l’Alaska è lo stato Usa più lontano dal Vecchio continente, fatta eccezione delle Hawaii. In linea d’aria tra Parigi e Anchorage ci sono circa 7.400 km, tra Berlino e Anchorage 7.340 km. Tra la costa dell’estremo oriente russo e lo Stato che ospita il vertice poco più di 80 chilometri, in corrispondenza dello Stretto di Bering. La scelta è stata definita dal Cremlino “simbolica”, perché il vertice avverrà vicino al luogo di sepoltura di piloti sovietici nell’anno dell’80esimo anniversario di quello che per i russi è la “Vittoria sovietica sulla Germania Nazista”, ovvero la fine della seconda guerra mondiale. 

La complessa vigilia

Lo stesso Cremlino, secondo il portavoce Dmitry Peskov ha ammesso che il vertice di domani è stato organizzato in fretta. Una vera corsa, dopo la notizia arrivata la scorsa settimana, inattesa come un temporale estivo. Soprattutto dopo gli esiti del summit Nato di giugno all’Aia, dove Trump aveva annunciato che avrebbe fornito armi all’Ucraina, pagate dagli europei. Trump nelle ultime settimane ha anche minacciato l’India di dazi punitivi perché stava acquistando petrolio russo e all’inizio del mese ha reagito dando del “fallito” all’ex presidente russo Dmitrij Medvedev, noto ormai per le sue uscite fuori dalle righe: la cosa si è conclusa sui social media con Trump che ha minacciato di inviare “due sottomarini nucleari” in Russia. Insomma sembrava una spirale un po’ diversa rispetto agli albori del secondo mandato, quando l’inquilino della Casa Bianca appariva molto disponibile a dare a Putin una chance. Ma appunto, come ha ormai abituato la logica trumpiana, domani è un altro giorno.