Trump convoca Zelensky e i leader Ue a Washington per un vertice di pace sull’Ucraina.

Trump convoca Zelensky e i leader Ue per un vertice di pace sull'Ucraina. Ma Ue e Kiev frenano: “L’integrità dell’Ucraina non si tocca”

Trump convoca Zelensky e i leader Ue a Washington per un vertice di pace sull’Ucraina.

Si preannuncia una giornata decisiva alla Casa Bianca, dove il presidente americano Donald Trump incontrerà il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky e i leader europei, tra cui la premier italiana Giorgia Meloni, per relazionarli sul summit di sabato da lui tenuto con il presidente della Russia, Vladimir Putin. L’agenda, come fanno sapere dall’amministrazione Usa, è serrata: bilaterale Trump-Zelensky alle 13:15 ora locale (le 19:15 in Italia), incontro con i rappresentanti Ue dalle 14:15 e, a seguire, la foto di gruppo prima della riunione plenaria fissata per le 15 (le 21 italiane).

Trump ha accolto con enfasi l’arrivo dei partner europei: “È un giorno importante alla Casa Bianca. Non ho mai avuto così tanti leader europei contemporaneamente. È un grande onore per me ospitarli!”, ha scritto su Truth.

Le parole di Trump alla vigilia del vertice

Il presidente statunitense non ha nascosto la sua linea, ribadendo la convinzione che una fine rapida della guerra sia possibile: “Il presidente ucraino Zelensky può porre fine alla guerra quasi immediatamente, se lo desidera, oppure può continuare a combattere”, ha dichiarato, sottolineando che l’ingresso di Kiev nella Nato “non è praticabile” e che la Crimea, “ceduta nel 2012 senza colpo ferire”, non potrà tornare sotto controllo ucraino.

Trump, inoltre, ha respinto come “fake news” le accuse di aver favorito Vladimir Putin accettando un vertice negli Stati Uniti: “Se l’avessimo tenuto altrove, i media democratici avrebbero detto che era terribile. Questa gente è malata”, ha scritto, rilanciando la sua polemica contro stampa e opposizione.

Zelensky: “La pace deve essere duratura”

Da parte sua, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rimarcato la volontà di arrivare a una soluzione stabile: “Condividiamo tutti un forte desiderio di porre fine a questa guerra in modo rapido e affidabile. La pace deve essere duratura”, ha affermato all’arrivo a Washington.

Il leader ucraino ha ricordato come in passato concessioni territoriali non abbiano fermato le ambizioni di Mosca: “La Crimea non avrebbe dovuto essere ceduta allora, proprio come gli ucraini non hanno rinunciato a Kiev, Odessa o Kharkiv dopo il 2022. Ora i nostri soldati hanno ottenuto successi nelle regioni di Donetsk e Sumy”, ha spiegato, ribadendo che la Costituzione ucraina “rende impossibile cedere territori”.

L’Unione europea: fermezza contro Mosca

La posizione dei leader europei è chiara. Ursula von der Leyen ha ribadito che “i confini internazionali non si cambiano con la forza” e che “le decisioni in merito all’Ucraina non possono essere prese senza Kiev”. La Commissione europea, ha aggiunto, è pronta a rafforzare le sanzioni contro la Russia.

Duro anche il presidente francese Emmanuel Macron: “C’è un solo Stato che propone una pace che equivale a una capitolazione ed è la Russia. Se oggi siamo deboli con Mosca, stiamo preparando i conflitti di domani”. Macron ha insistito sulla necessità di “una pace solida e duratura, che rispetti la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”.

Il leader francese ha poi chiarito le divergenze tra Mosca e Washington: “Non credo che il presidente Putin voglia la pace, penso che voglia la resa dell’Ucraina. Trump invece vuole la pace”.