Gli incendi divorano la Spagna. Dall’inizio dell’anno nel Paese iberico sono andati in fumo più di 343mila ettari di terreno, una cifra in costante aumento e che rappresenta un record per il Paese. Lo indicano i dati aggiornati del Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (Effis), un indicatore dell’Osservatorio europeo Copernicus.
Un dramma che, secondo gli esperti, sarebbe strettamente legato al cambiamento climatico.
Gli incendi divorano la Spagna: a causa del cambiamento climatico, da inizio anno sono andati in fumo oltre 343mila ettari di terreno
Fino ad oggi era stato il 2022 l’anno peggiore mai registrato per l’area devastata dagli incendi nel Paese iberico, con 306mila ettari bruciati. Ma è il Portogallo a detenere il record europeo sin dall’inizio delle rilevazioni nel 2006, con 563mila ettari bruciati nel 2017, in incendi che hanno ucciso 119 persone. A Lisbona e dintorni anche quest’estate è stata pesante, ache se molto distante dal dato drammatico registrato a Madrid, con le fiamme che hanno divorato oltre 216mila ettari di territorio.
Da quando sono scoppiati all’inizio di agosto, i mega incendi in Spagna che hanno messo in apprensione il governo socialista di Pedro Sanchez, concentrati nel nord-ovest e nell’ovest del Paese, in Galizia, Castiglia e Leon ed Estremadura, hanno già ucciso quattro persone. Data l’entità della devastazione causata da questi incendi, il premier spagnola Sanchez soltanto ieri ha annunciato “un patto nazionale per affrontare l’emergenza climatica”, chiedendo collaborazione anche agli altri leader europei per arginare il devastante cambiamento climatico.