Fico candidato in Campania. Ancora riserve su Decaro in Puglia

Sì al pentastellato con De Luca jr. segretario regionale Pd. Restano i veti dell’ex sindaco su Emiliano e Vendola

Fico candidato in Campania. Ancora riserve su Decaro in Puglia

Due. Sono i candidati governatori che mancano al centrosinistra in vista del voto d’autunno previsto in sette regioni. Ovvero i candidati di Puglia e Campania. Ma in queste ore si è registrata un’accelerazione. Il nome di Roberto Fico, grillino della prima ora ed ex presidente della Camera, era appeso al sì di Vincenzo De Luca. Che sembrava pronto ad accettare se non fosse che il gioco si è spostato anche su un altro tavolo: quello per scegliere il prossimo segretario regionale del Pd, con l’offerta del figlio Piero, attualmente deputato.

Il Pd ha chiuso la partita in Campania

Il Pd ha chiuso la partita: De Luca jr candidato alla segreteria regionale del partito e Fico in corsa per la carica di governatore. La svolta è arrivata dopo un incontro tra Elly Schlein e i componenti campani della segreteria nazionale, Sandro Ruotolo e Marco Sarracino, che inizialmente si erano messi di traverso alla corsa del figlio del governatore uscente.

Si accelera anche sulla Puglia. Antonio Decaro è il candidato presidente della Regione indicato da tutto il Pd. Ma l’attuale europarlamentare dem per scendere in campo ha messo un pesante veto sulle candidature in consiglio di Michele Emiliano (giocando sul terreno dem) e dell’ex governatore Nichi Vendola (sconfinando in casa Avs).

Una mossa che da un lato ha irritato profondamente l’Alleanza Verdi Sinistra, dall’altro ha creato un vero e proprio caso all’interno del Pd.

Bonaccini invita Emiliano a farsi da parte

Ieri è sceso in campo il presidente del Pd con un appello chiaro a Emiliano a farsi da parte. “Da presidente del Pd non interferisco. Ma poiché stimo Michele, gli dico: meglio sentirci utili, che indispensabili. Dopo aver guidato bene, per dieci anni, la Puglia, si può cambiare e svolgere ruoli altrettanto importanti e, come nel suo caso, meritati”. ha dichiarato Stefano Bonaccini in un’intervista a Repubblica.

Conte difende Tridico da FdI: ha salvato un milione di poveri l’anno

Intanto il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha replicato a muso duro ad Andrea Delmastro di FdI, difendendo con i denti la candidatura in Calabria del pentastellato Pasquale Tridico. “Fratelli d’Italia e i giornali posseduti da parlamentari di maggioranza hanno scatenato una campagna contro Tridico, perché nel loro mondo al contrario chi si batte contro la povertà è il nemico pubblico numero 1″, ha detto Conte.

“Noi siamo orgogliosi di aver salvato dalla povertà 1 milione di persone l’anno con il Reddito di cittadinanza, come riconoscono relazioni che possono leggere comodamente al loro ministero del Lavoro. Noi ne siamo orgogliosi e lavoreremo sempre per restituire dignità a chi non ha speranza, per rendere ancora più efficienti le misure di sostegno al reddito e per potenziare le politiche attive del lavoro. Noi restiamo dalla parte giusta”, ha scritto su Facebook l’ex premier.

L’ex premier ha replicato a Delmastro

Che replicava ad un post in cui il sottosegretario alla giustizia criticava “Tridico, uno dei padri dello scellerato reddito di cittadinanza, simbolo dell’assistenzialismo più nefasto” e “candidato a guidare la Regione Calabria” offrendo “marchette ed elemosine”.

Del sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia – ha scritto Conte – “non ricordiamo nessuna misura, ma solo una condanna per aver rivelato segreti d’ufficio, rischiando di compromettere sicurezza e lotta al crimine”.

Ma “attacca il nostro Pasquale Tridico, che propone, oltre a misure di rilancio e investimenti, anche interventi contro la povertà, mentre con Meloni tocchiamo il record di poveri assoluti. Eh sì – ha osservato Conte -, perché dalle parti di Fratelli d’Italia c’è tolleranza zero nei confronti dei cittadini che non riescono neppure a fare la spesa, totale indifferenza per artigiani, commercianti e imprenditori soffocati da tasse e caro-energia, ma i soldi li trovano per l’aumento dei rimborsi per ministri e sottosegretari, per i regali alle banche (zero tasse sugli extraprofitti), per una montagna di miliardi da investire sulle armi”.