Sgombero del Leoncavallo, i senatori del Pd depositano un’interrogazione urgente a Piantedosi

Sgombero del Leoncavallo, i senatori del Partito democratico hanno depositato un'interrogazione urgente a Piantedosi

Sgombero del Leoncavallo, i senatori del Pd depositano un’interrogazione urgente a Piantedosi

Continua a far discutere lo sgombero del Leoncavallo, storico centro sociale di Milano. Una vicenda per la quale il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dovrà a breve rispondere a un’interrogazione urgente sullo sgombero del Leoncavallo, presentata a Palazzo Madama dal senatore milanese Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo del Pd e dalle colleghe e concittadine Simona Malpezzi e Cristina Tajani.

“Dal ministro dell’Interno vogliamo sapere per quali motivi abbia deciso di anticipare lo sgombero del Leoncavallo, tenendo completamente all’oscuro l’amministrazione comunale di Milano. Il Leoncavallo è un centro sociale che da 50 anni svolge attività politica e culturale in autogestione”, è quanto affermano i tre senatori milanesi del Pd.

Sgombero del Leoncavallo, i senatori del Pd depositano un’interrogazione urgente a Piantedosi

“Come ha chiarito Sala, il giorno prima dello sgombero il sindaco aveva delegato ‘il vicecomandante della Polizia locale a partecipare al Comitato per l’ordine e la sicurezza che, come consuetudine, si tiene ogni mercoledì. In quella sede non è stato fatto cenno ad alcuno sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo’. Il primo cittadino di Milano ha dunque ricevuto la notizia di uno sgombero di tale delicatezza la mattina stessa in cui le forze dell’ordine hanno eseguito lo sfratto”, incalzano i dem.

Gli stessi poi concludono spiegando che “non solo, l’intervento di sgombero era previsto per il 9 settembre 2025 e, in considerazione di questa timeline, il Comune aveva continuato con i responsabili del Leoncavallo un confronto che portasse alla piena legalità tutta l’iniziativa del centro. Da anni infatti l’amministrazione comunale di Milano è impegnata nella ricerca di una soluzione per salvaguardare gli interessi diversi, senza cancellare un’esperienza storica e importante come quella del centro sociale. La modalità con cui il ministero dell’Interno è intervenuto sembra perciò essere finalizzata a mettere in difficoltà l’attuale amministrazione comunale, senza tener conto della necessaria collaborazione tra istituzioni”.