Un attentato che scuote l’America e riaccende i riflettori sulla violenza politica negli Stati Uniti. Charlie Kirk, 31 anni, attivista conservatore vicino a Donald Trump e fondatore di Turning Point USA, è stato ucciso ieri durante un dibattito pubblico alla Utah Valley University.
Definito da molti “l’influencer di Trump” per la sua capacità di mobilitare il voto giovanile repubblicano, Kirk è stato colpito da un colpo di fucile partito da un tetto mentre rispondeva alle domande del pubblico. La scena ha scatenato il panico tra i circa 3mila studenti presenti, con fughe precipitose e momenti di terrore.
Secondo le autorità, il presunto attentatore – vestito di scuro – è riuscito a dileguarsi. Due persone fermate in un primo momento sono state rilasciate, mentre l’FBI e le forze federali hanno avviato una caccia all’uomo parlando di “più scene del crimine attive”. Un video diffuso dal Washington Post mostra una figura che corre sul tetto di un edificio con vista sul cortile dell’università subito dopo gli spari.
Ucciso Charlie Kirk, l’influencer trumpiano: allarme per la violenza politica negli Stati Uniti
Il governatore dello Utah, Spencer Cox, ha definito l’episodio “un assassinio politico”, mentre la stessa Utah Valley University ha annunciato la chiusura del campus fino a lunedì. La comunità accademica è sotto shock.
La morte di Kirk ha generato reazioni immediate e bipartisan. Donald Trump ha definito l’attivista “un martire della verità e della libertà”, ordinando bandiere a mezz’asta e accusando la “retorica della sinistra radicale” di aver alimentato un clima di odio. Dal fronte democratico, sono arrivate parole di condanna altrettanto dure: il governatore della California, Gavin Newsom, ha parlato di “atto disgustoso e vile”, mentre l’ex deputata Gabrielle Giffords, sopravvissuta a un attentato nel 2011, ha espresso vicinanza alla famiglia.
L’uccisione di Charlie Kirk si inserisce in un contesto già teso: negli ultimi anni gli Stati Uniti hanno visto crescere episodi di violenza legata alla politica, dalle aggressioni a parlamentari all’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. Un fenomeno che preoccupa istituzioni e cittadini, con la sicurezza degli eventi pubblici diventata una questione centrale.