Ciak, si indaga! Faro della Procura di Roma su Tax credit e consulenze del Mic: sotto la lente diversi film e società, tra cui quella fondata dall’attuale Ad di Cinecittà

Al vaglio degli inquirenti Tax credit e consulenze. Sotto la lente anche la società fondata dall'attuale ad di Cinecittà, Cacciamani

Ciak, si indaga! Faro della Procura di Roma su Tax credit e consulenze del Mic: sotto la lente diversi film e società, tra cui quella fondata dall’attuale Ad di Cinecittà

Solo tre giorni fa il ministro Alessandro Giuli celebrava con un filmato trash (divenuto subito un meme) il suo primo anno alla guida del ministero della Cultura. Molti sorrisi e molte strette di mano. Ieri, però i sorrisi dal volto di Giuli saranno forse scomparsi davanti alle indagini della procura di Roma, che ha aperto cinque distinti fascicoli – per adesso senza indagati e senza ipotesi di reato – su alcuni finanziamenti erogati dal ministero, sotto forma di Tax credit, ad alcuni progetti cinematografici per produzioni di film.

Faro della procura sulla ex società dell’Ad di Cinecittà

In particolare, uno dei fari degli inquirenti è puntato dritto su alcune società, tra le quali la One More Pictures, fondata da Manuela Cacciamani, attuale Ad di Cinecittà, e da lei guidata fino al giugno 2024, quando è stata nominata nella Spa controllata dal ministero dell’Economia (ma che agisce per conto del ministero della Cultura), grazie agli ottimi rapporti con le sorelle Meloni (la sorella, Maria Grazia Cacciamani è responsabile della segretaria del capo di gabinetto di Francesco Rocca, presidente della regione Lazio).

S’indaga su Tax credit e consulenze

Ad inizio agosto, come riportato da La Stampa, gli uomini del Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, su mandato dei pm del pool sui reati nella pubblica amministrazione, hanno chiesto di acquisire atti e documenti relativi a fondi pubblici e Tax credit di cui hanno beneficiato varie società. La richiesta era stata formalizzata a Mario Turetta, capo del Dipartimento per le attività culturali e per poche settimane capo ad interim della Direzione generale Cinema, dopo le dimissioni, agli inizi dello scorso luglio, di Nicola Borrelli.

Nelle carte fornite agli inquirenti ci sono i fondi incassati dalla One More Pictures e il tax credit per i film prodotti, ma anche le consulenze e gli affidamenti diretti ricevuti dal Mic attraverso Cinecittà, prima della nomina di Cacciamani, per i cosiddetti progetti speciali e per quelli internazionali. Obiettivo degli inquirenti è capire se ci siano, o ci siano stati, conflitti di interesse, illeciti o abusi nei finanziamenti ricevuti.

Indagine partita dagli 800mila euro dati a Kaufmann

Secondo indiscrezioni, il filone d’inchiesta nasce a seguito degli accertamenti effettuati su Francis Kaufmann, alias Rexal Ford, l’uomo che a giugno scorso ha ucciso la compagna, Anastasia Trofimova e la figlia Andromeda di soli 11 mesi, trovate morte a Villa Pamphili a Roma. Kaufmann, sedicente regista, avrebbe beneficiato, di una Tax credit di 800 mila euro, per un film mai uscito nelle sale cinematografiche dal titolo, “Stelle della Notte”. Ieri il  ministero della Cultura ha fatto sapere di essersi già attivato per fornire tutta la documentazione richiesta a inizio agosto dalla Guardia di Finanza.

Amato (M5S): “Decine di esposti su quanto accadeva”

Intanto però le polemiche sono esplose. “Avevamo ragione su tutta la linea. Cinque indagini che chiamano in causa anche i nostri esposti: dalla vicenda Cacciamani fino alle distorsioni sul tax credit”, commenta il deputato M5s, Gaetano Amato. “E chissà quanto altro verrà fuori!”, continua, “È la fotografia impietosa di un’amministrazione allo sbando, guidata dall’inadeguatezza ormai conclamata della sottosegretaria Borgonzoni e da un governo che ha trasformato la cultura in terreno di clientele. Mentre si parlava di rilancio, trasparenza e riforme, il risultato concreto è sotto gli occhi di tutti: la magistratura è costretta a indagare su ciò che noi denunciavamo da tempo con esposti molto precisi. Un sistema che avrebbe dovuto sostenere il cinema italiano rischia invece di rivelarsi l’ennesimo scandalo figlio dell’incapacità e dell’arroganza di chi governa”.

Sulla stessa linea l’Avs Elisabetta Piccolotti: “Dopo la lunga campagna di propaganda della destra contro il cinema italiano che ha accompagnato riforme dei meccanismi di finanziamento scritte male, con intenti punitivi, e che hanno prodotto lunghi periodi di disoccupazione per migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici, apprendiamo che la società fondata dall’attuale Ad di Cinecittà, nominata sulla spinta di Arianna Meloni, è oggetto di indagini della guardia di finanza per i fondi pubblici ricevuti e le consulenze erogate”.

“Ora ci aspettiamo” prosegue Piccolotti, “che il ministro Giuli faccia chiarezza assoluta e che finalmente il ministero della Cultura e le sue società controllate vengano bonificati da questo verminaio di interessi, scontri e favoritismi che a più riprese è emerso in questi anni”.