Bolsonaro condannato a 27 anni per tentato golpe: pioggia di condanne sugli ex ministri. La destra parla di persecuzione, la sinistra esulta

L’ex presidente brasiliano riconosciuto colpevole di aver orchestrato il tentativo di colpo di Stato. Condannati anche generali e ministri

Bolsonaro condannato a 27 anni per tentato golpe: pioggia di condanne sugli ex ministri. La destra parla di persecuzione, la sinistra esulta

La Corte suprema del Brasile ha emesso una sentenza storica: Jair Bolsonaro, ex presidente, è stato condannato a 27 anni e tre mesi di carcere per il tentato golpe tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 e per una serie di reati collegati. A proporre la pena è stato il giudice relatore Alexandre de Moraes, che ha parlato di “colpevolezza grave e intensa”, accusando Bolsonaro di aver “strumentalizzato l’apparato statale e mobilitato risorse pubbliche per diffondere false narrazioni, provocare instabilità e perpetuarsi al potere”.

Le altre condanne agli uomini chiave del golpe

La Prima sezione della Corte suprema ha inflitto pene durissime anche agli ex ministri e generali coinvolti.

  • Walter Braga Netto, ex ministro della Difesa e della Casa Civile, è stato condannato a 26 anni.
  • Almir Garnier, ex comandante della Marina, e Anderson Torres, ex ministro della Giustizia, dovranno scontare 24 anni.
  • Augusto Heleno, già capo del Gabinetto di Sicurezza Istituzionale, ha ricevuto 21 anni e rischia la perdita della patente militare.
  • Paulo Sérgio Nogueira, ex ministro della Difesa, ha avuto 19 anni.
  • Alexandre Ramagem, ex capo dell’intelligence Abin e oggi deputato del Partito liberale, è stato condannato a 16 anni, un mese e 15 giorni.

Unico a beneficiare di un trattamento diverso è il tenente-colonnello Mauro Cid, ex aiutante di campo di Bolsonaro: grazie a un accordo di collaborazione sconterà solo 2 anni in regime aperto, con l’obbligo di passare la notte a casa.

Le reazioni dei figli: “Suprema persecuzione”

Durissimo il commento del primogenito Flavio Bolsonaro, senatore, che sui social ha accusato la Corte di aver “spezzato i pilastri della democrazia” condannando “un innocente che ha osato non piegarsi a un dittatore chiamato Alexandre de Moraes”. Flavio ha definito il processo “dal verdetto già scritto” ed elogiato il giudice Luiz Fux, unico a chiedere l’assoluzione.

Dagli Stati Uniti, il deputato Eduardo Bolsonaro ha parlato di “suprema persecuzione”, scrivendo in maiuscolo che “VOGLIONO UCCIDERE BOLSONARO” e invocando un’amnistia “ampia, generale e senza restrizioni” per il padre e i suoi alleati.

Destra e sinistra divise

La sentenza ha diviso profondamente il Brasile.
Per la sinistra al governo, rappresentata dal Partito dei lavoratori (Pt) di Lula, si tratta di un “giorno storico per la democrazia”. Il leader alla Camera Lindbergh Farias ha definito “contundente” il voto della giudice Cármen Lúcia, mentre la ministra Gleisi Hoffmann ha parlato di “vittoria della sovranità nazionale”. Il ministro Paulo Teixeira ha esultato: “Oggi abbiamo sepolto di nuovo la dittatura”.

Di segno opposto le reazioni dell’opposizione di destra. Il leader del Partito liberale Luciano Lorenzini Zucco ha definito il processo “una farsa” e ha accusato i giudici di aver emesso una “condanna annunciata”. I deputati del Pl hanno annunciato battaglia per ottenere un’amnistia e hanno promesso di continuare a denunciare “abusi e irregolarità” da parte della magistratura.