La Nato è in guerra con la Russia, ha detto il portavoce di Putin. Marco Pellegrini, deputato M5S e membro della Commissione Difesa e del Copasir, dobbiamo cominciare realmente a preoccuparci?
“Sono più di tre anni che la Nato è in guerra con la Russia per interposta Ucraina. E’ una guerra per procura in cui la Nato fornisce soldi e armi e gli ucraini i soldati. Le prime vittime di questa folle guerra sono gli ucraini, sia militari e sia civili. Del resto, Jeffrey Sachs, ritenuto uno dei più importanti economisti al mondo, ha rivelato che il presidente Macron, in occasione della consegna della Legion d’onore, gli confessò che, appunto, la guerra era colpa della Nato”.
“Non siamo pronti né ad un attacco russo né ad un attacco di un’altra nazione. Penso che abbiamo il compito di mettere questo Paese nella condizione di difendersi se qualche pazzo decidesse di attaccarci”, ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto. È da considerare questa frase una nuova chiamata ad armarci fino ai denti?
“Sì, è esattamente quella. E’ seminare il terrore di un attacco descritto come inevitabile da parte della Russia e, quindi, della necessità di spendere somme colossali per riarmarsi, abbandonando, in tal modo, ogni sforzo diplomatico per tentare di spegnere i fuochi della tensione e dei conflitti. Anzi, quel che è successo in questi ultimi anni è che Italia, Europa e Nato hanno soffiato sul fuoco dei conflitti, invece di cercare con determinazione ogni via per spegnerli. Hanno tradito lo spirito pacifista della nostra Costituzione e hanno tradito i principi di pacifica convivenza tra i popoli, nati in Europa dopo la tragedia della seconda guerra mondiale. Ma, poi, costruire deterrenza, riarmarsi per mettersi allo stesso livello della Russia, che possiede oltre seimila testate nucleari, cosa significa esattamente? Costruire oltre 5000 bombe nucleari, per mettersi pari, visto che Francia e Uk a malapena ne assommano 600? E’ questo che vogliono questi irresponsabili? Dopo anni di trattati per limitare la proliferazione di armi nucleari, vogliono favorire un’escalation in tal senso?”
Eppure il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ammesso che la situazione a livello internazionale si è complicata, pesano il gas e la difesa, e questo rende più difficoltosa la strada per reperire risorse per la Manovra che ci attende. Come conciliare quanto detto da Giorgetti con l’invito a investire ancora di più nella Difesa da parte di Crosetto?
“Infatti sono posizioni inconciliabili. Checché ne dicano i bellicisti ad oltranza del governo Meloni, spendere 450 miliardi in più, in dieci anni, per carri armati, aerei, navi, missili, significa toglierli alla sanità, all’istruzione, al welfare, ai comparti produttivi, al lavoro. Significa toglierli ai cittadini e regalarli ai fabbricanti di armi, per lo più statunitensi, che sentitamente ringraziano l’autogol europeo. Sul gas, Meloni ha deciso di acquistare il Gnl dagli Usa che costa il quadruplo rispetto al gas che arrivava via tubo. Si è così avverato il sogno statunitense di interrompere per sempre il flusso di gas russo a basso costo che faceva crescere la manifattura europea e la Germania in particolare”.
L’esercito israeliano è pronto all’affondo a Gaza.
“A Gaza si sta consumando un genocidio in diretta streaming. Ogni giorno vengono uccisi centinaia di civili, di donne e bambini che nulla centrano con Hamas e che non costituiscono alcun pericolo militare per Israele. Non c’è bisogno di sofisticate analisi per capire cosa sta succedendo, basta ascoltare i ministri estremisti del governo Netanyahu (ammesso che ce ne siano di moderati) che con grande naturalezza e senza alcuna vergogna affermano, in pubblico, che vogliono cacciare da Gaza tutta la popolazione, che vogliono annettere la Cisgiordania, e che tutto questo ‘devono’ farlo perché è scritto nella Bibbia. Possono permettersi di attaccare Qatar, Siria, Libano, Yemen Iran, perché gli Stati Uniti li proteggono e li aiutano in ogni modo, con armi, assistenza militare operativa, fiumi di soldi. Io conservo la speranza che il genocidio possa aver fine e che la pace possa tornare in quell’area tormentata del mondo perché la mobilitazione spontanea che in Europa e ovunque sta nascendo dal basso, dai cittadini, sortirà effetti sui governi”.
In tutto questo scenario di guerre come si sta comportando la premier Giorgia Meloni?
“Peggio non potrebbe! La sua irrilevanza internazionale è quasi comica. Passa dai baci di Biden agli abbracci a Trump, ma il filo conduttore è sempre lo stesso: chinare la testa e dire sempre sì a qualsiasi proposta, cioè ordine, provenga da Washington in fatto di guerre e armi. In tal modo tradisce ogni giorno la Costituzione sulla quale ha giurato”.
Come giudica il comportamento della premier sull’attentato a Kirk?
“Si è lanciata nell’unica performance che le riesce bene: usare ogni avvenimento per propaganda interna, per fare la vittima, per accusare la sinistra di qualsiasi cosa”.