San Siro, la Giunta Sala non vota la delibera ma la blinda. Toccherà al Consiglio comunale decidere la vendita a Milan e Inter

La Giunta non vota la delibera e gira al Consiglio la grana della vendita di San Siro. Ma i consiglieri non potranno presentare emendamenti

San Siro, la Giunta Sala non vota la delibera ma la blinda. Toccherà al Consiglio comunale decidere la vendita a Milan e Inter

Alla fine la tanto attesa delibera di vendita dello stadio di San Siro e delle aree adiacenti a Milan e Inter, 280mila mq (l’equivalente di due Piazza Duomo), per la somma complessiva di 197 milioni (salvo sconti/compartecipazioni per bonifiche e smantellamenti vari), è arrivata in giunta. Ma non è stata votata dagli assessori del sindaco Beppe Sala. Un colpo di scena.

Gli assessori hanno solo esaminato gli “elementi essenziali per la compravendita”

La giunta, infatti, si è limitata a “esaminare” la delibera dal titolo “approvazione degli “elementi essenziali per la compravendita del compendio immobiliare (…)”, ma senza andare al voto. E l’ha semplicemente “passata” al Consiglio Comunale, al quale ha demandato il compito di sancire una delle maggiori operazioni – ma per molti si tratta di pura speculazione immobiliare – della storia di Milano.

Delibera non emendabile

Tuttavia i consiglieri non potranno porre alcun emendamento al testo, come spiegato dalla vice-sindaca e assessora all’Urbanistica, Anna Scavuzzo: “Ovviamente il Consiglio è sovrano, ma siccome la proposta è integrata con le relazioni degli advisor, di fatto non è possibile accettare nessun emendamento perché andrebbe a inficiare l’equilibrio delle relazioni. E di fatto anche se ci fossero gli emendamenti, non sarebbero accolti”, ha detto. Quindi un testo blindato, che però la giunta non ha fatto suo. Tanto che il Verde Carlo Monguzzi commenta: “Mai il consiglio comunale è stato così umiliato e trattato come un zimbello, speriamo che stavolta qualcuno si ribelli.”

Lo scontro con i Verdi e il no dell’assessora Grandi

Il retroscena racconta di pesantissimi dissidi tra sindaco e alcuni assessori e segretari di partito sull’asse Milano-Roma. Un particolare suffragato dalla presa di distanze dell’assessore all’Ambiente, la verde Elena Grandi che infatti ha dichiarato: “Oggi io ho espresso la mia contrarietà alla delibera nei suoi contenuti. Nel nostro programma elettorale c’era scritto chiarissimo che San Siro per noi era un elemento dirimente e che avremmo sempre votato in modo contrario, perché crediamo che possa avere un altro destino”. Da notare che Grandi non ha detto, “ho votato contro”, proprio perché un voto non c’è stato… Tuttavia l’assessora, pur ribadendo la contrarietà, non uscirà dalla maggioranza (“Vedremo cosa succederà ma sono convinta che si possano fare tante buone cose in questo ultimo anno di mandato” col sindaco Sala). Insomma, un pasticcio politico.

Il testo in aula il 25 settembre

Circa i tempi delle votazioni, Scavuzzo ha riferito che potrebbe iniziare già venerdì l’esame della delibera da parte delle commissioni consiliari. “Oggi comunichiamo a tutti i consiglieri e le consigliere il materiale completo. Da venerdì siamo pronti ad aprire le commissioni. Sono pronti anche i relatori”, ha detto, ricordando che il termine per l’approvazione è il 30 settembre. Per mantenere qualche giorno di margine è probabile che la votazione avverrà nella seduta del 25 settembre. E sarà un passaggio a rischio per Sala, vista la contrarietà di 6 consiglieri di maggioranza, l’indecisione di altri 3 e l’incognita su come si comporterà l’opposizione (anche se Fi probabilmente voterà a favore).

I favori a Milan e Inter

Circa il contenuto dell’accordo, sono molti i passaggi che lasciano più di un dubbio. A partire dai 68 milioni di euro che saranno scomputati dagli oneri di urbanizzazione per il rifacimento del tunnel Patroclo, come desiderato dalle squadre. Cioè il Comune investirà i fondi destinati alle opere di pubblica utilità per un’opera che risponde solo alle esigenze dei compratori (accesso al nuovo stadio; parcheggi sotterranei, ecc.).

Inoltre molti dubbi lascia anche la concessione a Milan e Inter di 50 anni per le opere di compensazione ambientale, un precedente mai riscontrato prima. Come spiega il consigliere Enrico Fedrighini: “Viene introdotta una disciplina ad hoc, uno “schema evoluto” sulla carbon neutrality, prevedendo che l’intervento deve tendere alla neutralità carbonica su un ciclo di vita di 50 anni. Tradotto: siccome l’intervento ha un impatto ambientale non mitigabile e non compensabile, il Comune ‘potrà richiedere ulteriori interventi compensativi tendendo alla neutralità nel giro di 50 anni’, cioè entro il 2075. Pazienza se il Piano Aria Clima prevede altro; pazienza se gli abitanti soffocheranno; pazienza se la sola demolizione del Meazza farà arretrare Milano – come ci ha ricordato il prof. Pileri – di 15 anni in materia di politiche ambientali”.  Inoltre gli interventi previsti per mitigare la CO2 non potranno superare il costo di 10 milioni di euro

L’ammissione che San Siro può vivere senza calcio

Infine colpisce che la stessa giunta nel documento da una parte affermi la necessità di vendere perché non in grado di reggere San Siro senza l’affitto pagato dai club, dall’altro certifichi che Milan e Inter nel 2024 hanno guadagnato 11.985.000 euro solo con i concerti estivi (24 live). Un dato importante, se si considera che il Comune incassa da Milan e Inter per l’affitto del Meazza 10 milioni l’anno. Dimostrazione che San Siro potrebbe vivere anche senza calcio. Lo dicono gli stessi club e lo stesso Comune…