Da una parte tende la mano con la proposta di estendere di un anno il trattato di disarmo nucleare New Start, firmato con Washington e in scadenza a febbraio 2026, dall’altra lancia un avvertimento preciso: la Russia è in grado di rispondere a qualsiasi minaccia e non a parole.
Vladimir Putin non è tra i leader che da ieri sono riuniti alle Nazioni Unite, ma il presidente russo ha deciso di parlare proprio nel giorno dell’avvio dei lavori a New York. L’occasione è stata la riunione del Consiglio di sicurezza della Federazione. “La Russia è pronta a continuare a rispettare le restrizioni quantitative centrali previste dal trattato Start”, ha dichiarato lo zar.
Mano tesa di Mosca ma con un avvertimento: niente provocazioni, reagiremo
“Riteniamo che tali misure siano sostenibili solo se gli Stati Uniti agiranno in modo analogo e si asterranno da azioni che potrebbero minare o compromettere l’attuale potenzialità delle capacità di deterrenza”, ha però aggiunto Putin.
Il New Start è l’ultimo accordo di controllo degli armamenti nucleari ancora in vigore tra Mosca e Washington. Limita ciascuna parte a 1.550 testate nucleari strategiche e 700 missili e bombardieri dispiegati.
Il presidente russo però si è lanciato in un’analisi della situazione attuale che non fa ben sperare. “Vorrei iniziare oggi con un’altra questione, di eccezionale importanza per la tutela dei nostri interessi nazionali, la sovranità della Russia e la garanzia della sicurezza internazionale in generale. Mi riferisco alla situazione nell’ambito della stabilità strategica. Purtroppo, continua a peggiorare”, ha detto Putin.
“Le basi delle relazioni costruttive e dell’interazione pratica tra gli Stati dotati di armi nucleari sono state notevolmente compromesse a causa delle misure piuttosto distruttive adottate in precedenza dai paesi occidentali”.
Le condizioni di Putin per un nuovo clima
Ma la proroga di un anno del New Start potrebbe essere premessa di un nuovo clima. “Credo che l’attuazione dell’iniziativa russa potrebbe essere un contributo significativo alla creazione di un’atmosfera favorevole a un dialogo strategico sostanziale con gli Stati Uniti d’America”, ha spiegato il presidente russo.
Ma il clima potrebbe guastarsi, ha avvertito lo zar, se gli Usa andassero avanti con l’annunciato piano di creare uno scudo di difesa missilistica nello spazio. In quel caso anche l’attuale equilibrio negli armamenti strategici salterebbe. “Vorrei sottolineare, e nessuno dovrebbe dubitarne, che la Russia è in grado di rispondere a qualsiasi minaccia esistente ed emergente, non solo a parole ma utilizzando misure tecnico-militari”, ha avvisato Putin.
E questo sebbene la Russia non sia “interessata a un’ulteriore escalation della tensione o a fomentare la corsa agli armamenti”, ha assicurato.
Il blocco occidentale e la Nato soffiano sul fuoco
E che la Nato soffi sul fuoco non è un mistero. Il caso dei presunti jet russi nei cieli dell’Estonia irrompe all’Onu. La Polonia reagirà con fermezza a violazioni del suo spazio aereo, dichiara il premier polacco Donald Tusk.
“Se dovremo affrontare l’incursione di aerei che operano nello spazio aereo della Nato senza permesso, lo faremo”, gli dà manforte la ministra degli Esteri del Regno Unito, Yvette Cooper che mette in guardia Putin dal rischio di uno scontro armato con la Nato.
“Gli Usa e gli alleati difenderanno ogni centimetro del territorio Nato”, dichiara Mike Waltz nel suo primo intervento come ambasciatore americano all’Onu.
L’Onu ammette di non aver la possibilità di provare l’incursione di jet russi in Estonia
Ma non solo Mosca continua a respingere al mittente le accuse di aver violato lo spazio aereo estone, la stessa Onu ammette di non aver la possibilità di provare l’incursione di jet russi in Estonia. “L’Estonia afferma che il 19 settembre tre caccia MIG-31 russi sono penetrati per 12 minuti nello lo spazio aereo estone fino a una profondità di 10 chilometri. Le Nazioni Unite non sono in grado di confermare alcuna delle affermazioni relative all’incidente e non dispongono di ulteriori dettagli”, ha detto in Consiglio di Sicurezza Miroslav Jenča, segretario generale aggiunto per l’Europa, l’Asia centrale e le Americhe presso il dipartimento per gli affari politici Onu.