Le parole del governo italiano sulla Global Sumud Flotilla continuano a oscillare tra la condanna rituale e il paternalismo. Il ministro Crosetto ha detto che «nessuno può garantire sicurezza fuori dalle acque internazionali» e che gli aiuti «potrebbero essere scaricati a Cipro». Una formula che traduce in pratica l’ignavia: fingere di proteggere, mentre si accetta la riscrittura israeliana del diritto internazionale.
Dal mare arriva invece la chiarezza della Flotilla. Ieri Mandla Mandela ha ricordato che «non ci fermeremo finché il genocidio non sarà fermato e gli aiuti non fluiranno liberamente». Yasmin Al-Qadhi, giornalista e attivista yemenita, ha denunciato la fabbrica di menzogne che accompagna ogni aggressione: come nel 2010 con la Mavi Marmara, così oggi Israele diffonde accuse inventate per giustificare la violenza. E l’avvocata palestinese Lamis J. Deek ha ribadito che il blocco di Gaza «non ha alcuna base legale», e che l’intercettazione di navi civili in acque internazionali è un crimine.
Le ultime ore da Gaza raccontano l’urgenza di questa missione. Secondo il ministero della salute, i raid israeliani hanno ucciso almeno 17 persone, tra cui 10 bambini, solo nella notte scorsa. Il bilancio complessivo ha ormai superato i 65.400 morti e i 167.000 feriti, con più di 20.000 bambini uccisi dall’inizio dei bombardamenti. In una sola settimana, dal 17 al 24 settembre, si sono aggiunti 357 morti e oltre 1.400 feriti.
Il genocidio intanto continua. Il governo di Israele è un governo assassino. L’affidabilità di Israele si misura sul sangue e sulle macerie di Gaza. Queste sono le notizie su cui tenere gli occhi.